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Data: 17/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«Cari colleghi, devastante il vostro silenzio». Lettera dell’operaio Sevel multato in fabbrica: consentire all'azienda processi sommari è deprimente

LANCIANO E' un j'accuse amaro quello di Roberto Ferrante, rsa Fiom nella Sevel di Atessa, ai colleghi Fim e Uilm di stabilimento. Ferrante, da 27 anni in Sevel, è stato accusato dalla dirigenza di aver svolto male una lavorazione e per questo sospeso per tre giorni dal posto di lavoro e "multato" di 2.308 euro in rate da 150 euro. La Fiom, che ha investito della questione la dirigenza nazionale del sindacato, ha subito fatto quadrato attorno al dipendente, avviando un volantinaggio all'esterno dei cancelli della più grande fabbrica d’Abruzzo e organizzando una raccolta di fondi tra gli operai. Ma Ferrante si rivolge direttamente ai suoi colleghi rsa: «Voglio che sappiate quanto sono dispiaciuto e rammaricato per il vostro silenzio e la vostra indifferenza sul fatto accadutomi», scrive, «la mia vicenda personale, nota a tutti e che presto diverrà la condizione modello per coloro che non vogliono assumere posizioni ad angolo retto, non ha meritato la Vostra attenzione, il Vostro interessamento, la Vostra eventuale vicinanza in termini solidaristici. Un silenzio, il Vostro, che qualcuno definirebbe assordante, un mutismo che risuona nelle orecchie di chi viene colpito, in questa fase, da atti devastanti di ogni genere. Avviare azioni risarcitorie nei confronti di lavoratori che, nello svolgere la loro attività lavorativa a causa di ritmi e carichi di lavoro insostenibili potrebbero aver commesso degli eventuali errori è assurdo, grottesco, sconvolgente. Consentire all'azienda lo svolgimento di processi sommari aventi l'obiettivo di terrorizzare la gente che lavora è altrettanto deprimente». «Non mi aspettavo una dichiarazione di sciopero», prosegue l'rsa Fiom, «so che le vostre regole non vi permettono di farlo, né mi aspettavo dichiarazioni pubbliche e interviste, ma una semplice manifestazione di solidarietà». «Questa parola "solidarietà"», prosegue Ferrante, « non avete potuto dimenticarla, e non può neanche far parte di un accordo, perché la solidarietà è una delle forme più straordinarie nella convivenza civile tra essere umani, perché è quella che mette insieme tanti uomini per un solo scopo: nessuna persona deve essere lasciata sola. Prendo atto che da parte vostra questo non è stato possibile».

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