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Data: 17/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Slitta da aprile a luglio la prima rata della Tares (Quanto ci costerà la nuova tassa - Guarda)

E’ il compromesso inserito nel decreto sull’emergenza rifiuti in Campania. Il Pdl voleva ritardare l’avvio della tassa ora la parola passa al nuovo governo

IL RINVIO
ROMA Slitta da aprile a luglio la prima rata della nuova e poco amata imposta sui rifiuti, la Tares. Il compromesso è stato trovato ieri al Senato con l’approvazione del decreto sull’emergenza rifiuti che da martedì passa alla Camera. Lo slittamento comporta un’insidia o una speranza, a seconda dei punti di vista, e cioè la possibilità che il nuovo governo possa modificare il nuovo tributo che in gran parte va a coprire il costo dello smaltimento della spazzatura ma in parte contiene una componente aggiuntiva legata ai servizi invisibili dei Comuni (illuminazione, per esempio). Tale componente rende la Tares più onerosa delle precedenti Tarsu o Tia. E po’ come per l’Imu, questa parte addizionale dell’imposta andrà a beneficio dello Stato che dovrebbe ricavarne circa 1 miliardo quest’anno. Il carico complessivo della Tares, valutato dalla Cgia di Mestre, è di 8 miliardi su famiglie e imprese, 2 in più di Tarsu e Tia.
Sin dall’inizio i Comuni avevano tentato di ottenere un rinvio al 2014, senza riuscirci. Ieri ci ha provato il Pdl, nella persona del senatore Antonio D’Alì, presidente della commissione Ambiente, che ha presentato un emendamento con il quale si spostava l’avvio della Tares a luglio. Richiesta bocciata senza appello dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama perché avrebbe comportato un buco nelle entrate, senza adeguata copertura. Si è così deciso per un semplice slittamento della prima delle quattro rate.
COSTA CONCORDIA E SISMA

Non è l’unica novità inserita dal Senato nel decreto sull’emergenza rifiuti, nato per superare appunto situazioni di criticità esistenti in varie zone del Paese. Si è introdotta anche una nuova norma che faciliterà l’accesso ai contributi per la ricostruzione post sisma in Emilia. Sostanzialmente, si potrà chiedere il rimborso fino al 100% (e non più l’80%) sulla cifra ammessa. Il provvedimento prevede la proroga al 30 giugno della fase transitoria per l’emergenza rifiuti in Campania. Prorogate anche alcune gestioni commissariali per interventi di messa in sicurezza e bonifica di aree come quelle di Giuliano in Campania, dei Laghetti di Castelvolturno o dello stabilimento Stoppani di Genova. Approvata con parere contrario del governo anche la proroga per la gestione commissariale dell’emergenza idrica nelle isole Eolie. Infine, è stata prorogata al 31 dicembre 2013 la gestione commissariale relativa al disastro dalla Costa Concordia dopo il naufragio sull’isola del Giglio. La ragione del rinvio è nel carattere eccezionale dell’intervento di rimozione dell’enorme nave da crociera, con una tipologia di recupero mai sperimentata finora che dovrebbe concludersi a settembre.
IL COMPROMESSO

La soluzione trovata sulla Tares «potrà comportare qualche problema per alcune delle imprese che gestiscono il servizio della raccolta dei rifiuti. Lo slittamento di tre mesi non dovrebbe avere un impatto drammatico. Il nuovo governo, se vuole, potrà intervenire», spiega il sottosegretario all’Ambiente Tullio Fanelli. In sostanza, l’onere finanziario della nuova formulazione si scaricherà sui gestori e non sullo Stato.
Più che soddisfatto il relatore, D’Alì, che sottolinea: «Con il differimento - rileva in una nota - un governo che dovesse insediarsi ai primi di aprile, così come previsto nel nostro calendario politico-parlamentare, avrebbe tutto il tempo eventualmente per adottare in termini di urgenza ma anche di pacata discussione parlamentare, un provvedimento utile a diminuire l'incidenza della Tares sui bilanci familiari e soprattutto restituire alla Tares la sua natura di tariffa». Federambiente protesta invece per «il miope accordo raggiunto in Parlamento che rischia di devastare, fino a un possibile default, le molto precarie condizioni finanziarie delle imprese di igiene ambientale: il rinvio a luglio dell’emissione delle bollette significa incassare a settembre o a ottobre, lasciando per dieci mesi le aziende senza le coperture economiche necessarie».

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