C’è anche Pescara in evidenza su Mal’aria, la classifica di Legambiente delle città più inquinate d’Italia. La compagnia è affollata: la nostra città ha all’attivo 62 superamenti (quelli registrati in viale Bovio) ma ad Alessandria, a Milano o anche a Frosinone la situazione è di gran lunga peggiore. Tanto basta a dimostrare che le responsabilità dell’amministrazione comunale non sono più gravi di quelle di molte altre realtà. Ma se pure è vero che l’emergenza smog ha rilevanza nazionale, nondimeno va combattuta con ben altro impegno.
Pescara è appena alle spalle di Cagliari (64 superamenti) e davanti ad Ancona (61), Roma (57) e Palermo (55). Secondo Legambiente, le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5), ossidi di azoto, ozono e anche la rumorosità «minano salute e sicurezza dei cittadini» e per questo motivo sono necessari «interventi immediati per città più vivibili, moderne e sicure». Lo dice Legambiente, lo chiedono i cittadini e lo chiede soprattutto l’Europa on una sentenza della Corte di giustizia. «Il problema dell'inquinamento e del traffico non può più essere affrontato in maniera parziale» insistono i vertici di Legambiente. La classifica è stata pubblicata proprio all’indomani dell’allarme smog lanciato dal Pd a Pescara. Pescara ha però dalla sua un alleato importante in questa battaglia: il vento. E’ grazie al garbino che ha soffiato negli ultimi giorni se le polveri sottili sono state abbattute in più zone della città, consentendo all’Arta di definire buona o comunque accettabile l’aria di via Sacco, viale d’Annunzio e persino di viale Bovio. Dati che qualcuno ha temuto fossero alterati, ma non è affatto così. E molto meglio si respirerebbe se sul lungomare non ci fossero le barriere create dagli stabilimenti.