TERAMO Si lancia tra la folla che lo acclama, nel perfetto stile a cui ha abitutato il suo popolo. Che ieri pomeriggio è accorso in massa a piazza Martiri ad ascoltare le sue provocazioni. «Finalmente ho scoperto che Teramo esiste. Al nord non ho mai sentito dire vado a Teramo. E' questa la vostra forza», esordisce sul palco Beppe Grillo, che galvanizza i presenti al grido di «mandiamoli tutti a casa». La pioggia non scoraggia i tanti cittadini teramani che si riconoscono nel Movimento Cinque Stelle e che a più riprese applaudono con convinzione all'antipolitica di cui Grillo è maestro. Maestro anche nel sostenere le proteste di chi oggi è senza lavoro, come gli operai della Sogesa, l'ex braccio operativo del Cirsu (il consorzio che riunisce alcuni Comuni del Teramano e che gestisce il ciclo di raccolta dei rifiuti) che attualmente sono in cassa integrazione. Alcuni di loro sono presenti in piazza, con tute bianche coperte di scritte di protesta. E lui li fa salire sul palco. «Vieni su perché così non ti vede nessuno - dice il leader del Movimento Cinque Stelle a uno dei lavoratori -. Ecco che paese è questo, per attirare l'attenzione bisogna andare sulle torri, buttarsi sotto un treno». A Teramo in una delle tante tappe del suo Tsunami Tour Beppe Grillo è letteralmente scatenato. E tocca tutti i temi che gli stanno a cuore. Dalle prossime elezioni aI rimborsi elettorali ai partiti. Con frecciate che non risparmiano nessuno, dalle banche ai giornalisti. «Avete mai visto fare le elezioni a febbraio? - tuona rivolto alla piazza in estasi .- Le fanno a febbraio per crearci problemi, perché siamo gli unici nelle piazze a raccogliere le firme. Hanno paura, devono essere paralizzati». Poi l'attacco alle banche e ai partiti, partendo da un semplice manifesto elettorale di Bersani. «Chi paga questi manifesti, chi li paga? - chiede alla folla -. I partiti non hanno ancora preso i rimborsi elettorali, quindi chi li paga questi manifesti? Le banche, che non concedono prestiti ad aziende e famiglie e poi anticipano i soldi ai partiti per le campagne elettorali». Quei rimborsi elettorali, aggiunge Grillo, che il Movimento Cinque Stelle ha già messo per iscritto che non prenderà. Perchè il Movimento Cinque Stelle è diverso, il Movimento Cinque Stelle vuole cambiare l'Italia. «Stiamo facendo qualcosa che non è mai successo in Italia - incalza Grillo - nelle nostre liste non ci sono figli di politici, industriali, figli di magistrati. Da noi non ci sono le donne siliconate». Nelle liste del Movimento Cinque Stelle, spiega Grillo, c'è la gente comunque. E soprattutto, il 50% dei candidati è donna. Donne comuni, donne che lavorano, che sono mamme, mogli, che assistono i propri anziani. «Io sono stato accusato di tutto, che sono fascista, che ce l'ho le donne - continua - ma il 50% delle persone che andranno in Parlamento con il M5S sono donne. Quando dai la possibilità di un voto libero la gente vota le donne. E' meraviglioso. E le nostre donne non hanno le tette in silicone, i labbroni, magari hanno tre figli e si sono fatte un culo così per portare avanti la famiglia». Con lui, sul palco, i candidati del Movimento Cinque Stelle per la circoscrizione Abruzzo. Ingegneri, avvocati, piccoli imprenditori, artigiani ed anche disoccupati. Gente comune, che viene dal mondo civile, dal mondo delle professioni. Che ogni giorno fa i conti con la vita vera. Che paga le tasse ma non ha servizi. «Il mio programma? - va avanti Grillo -. E il programma degli altri? Gente che il giorno prima ha sostenuto il redditometro oggi è contro il redditometro. Vuoi sapere come spendo i miei soldi? Sono io che voglio sapere come spendi i miei soldi. Il mio programma? Siate curiosi, andatelo a vedere. Il mio programma è uno solo: mandarli tutti a casa. Abbiamo bisogno di respirare». Ed ancora. «Ma prima facciamogli il politometro - dice Grillo -. Invece del redditometro vediamo a quanto ammontava il loro patrimonio prima di entrare in politica e dopo l'entrata in politica. Vediamo quanto hanno guadagnato e se queste percentuali non sono congrue faremo uno studio di settore e un magistrato ci riporterà i loro soldi, che sono soldi nostri». Idee, conclude Grillo, che non sono né di destra né di sinistra. «Noi non siamo né di destra né di sinistra - chiosa davanti alla piazza ormai infiammata - ma abbiamo idee, perché se un’idea è buona non è né di destra né di sinistra»