ROMA «Altro che Imu e Redditometro, quei due sono già d’accordo e la prima cosa che faranno se vincono è farmi fuori con una durissima legge sul conflitto d’interessi al limite dell’esproprio». Silvio Berlusconi non è rimasto sorpreso della possibile intesa tra Bersani e Monti. Sono giorni che i suoi collaboratori calcolano il risultato del Senato sommando gli eletti di Pd e Sel con quelli di Monti, Casini e Fini. Ovviamente ciò non rasserena l’ex premier che dà per sicura anche un patto di desistenza con Ingroia.
LISTE
Nel frattempo, a telefonini spenti, procede tra mille difficoltà il lavoro di Verdini, Alfano, Bondi e Lupi che da qualche giorno trovano gli aspiranti candidati sotto il portone di via dell’Umiltà. L’unico filo diretto del quartetto è quello con Silvio Berlusconi che da palazzo Grazioli ha dato ieri il via libera solo alle liste di Veneto e Basilicata. Nella regione del Nord sono stati catapultati gli avvocati del Cavaliere Ghedini e Longo, con il primo che seguirà al Senato i destini di Berlusconi, mentre a tirare un sospiro di sollievo è l’ex ministro Sacconi. Con Brunetta capolista e Valentini al secondo posto, il Pdl schiera e premia anche l’ex finiana Katia Polidori. Nella regione del petrolio, la Basilicata, la spunta Viceconte che al Senato sarà dietro Berlusconi e prima di Moles il quale dovrà sperare in un risultato extralarge del Pdl per tornare in Parlamento.
SCONTRO
Nel resto delle regioni è ancora battaglia e in Campania e nel Lazio lo scontro è fratricida anche perché la questione delle liste pulite - sottolineata anche di recente da Alfano - si intreccia ed è inversamente proporzionale, con quella del requisito della ”fedeltà”. Preso dalle interviste e dalle dichiarazioni contro Monti e Bersani, Berlusconi dà l’impressione di seguire la riffa da lontano, anche se ieri mattina è dovuto intervenire per smentire con gli interessati l’esistenza delle liste di proscrizione annunciate sui giornali. In realtà il Cavaliere non vuole la rissa e tantomeno lo stillicidio quotidiano di coloro che si sentono esclusi. Al tempo stesso non sembra avere voglia di andare ad uno scontro con il blocco campano guidato da Cosentino che sino a ieri sera conservava il posto in lista, con Cesaro, seppur a danno di Papa e Landolfi. Analoga tensione si registra nel Lazio dove allo scontro tra le correnti degli ex An si sommano i problemi che ha la pattuglia degli ex montiani e di coloro che, come Augello, hanno contribuito all’organizzazione della kermesse filo-montiana del teatro Olimpico. Un posto in lista non verrà comunque negato a nessuno, ma ovviamente il problema che in queste ore avvertono molti, è la posizione. Non a caso i candidati hanno firmato in bianco il foglio della candidatura. A dividersi i tredici posti sicuri tra Camera e Senato, sono una ventina di parlamentari che devono anche vedersela con il giovane Occhipinti e Simonetta Matone. Tra le new entry da sistemare dovrebbero esserci anche la giornalista Maglie e la regina delle pr Tiziana Rocca. In difficoltà sono invece Aldo Brancher e Scajola che ieri ha incontrato il Cavaliere.
Sinora i quattro del ”comitato-liste” sono riusciti a mettere la sordina alle tensioni interne ed è probabile che soltanto domani mattina si avrà un quadro definitivo. Oltre sarà difficile andare per non complicare il lavoro di Abrignani che da qualche giorno fa la spola tra partito e notaio per l’autenticazione delle candidature.