Il leader centrista: dopo averci alzato le tasse ora dicono tutti di volerle abolire. Stoccata a Berlusconi: non affidiamoci
ai piazzisti che vendono vino contraffatto
IL CENTRO
ROMA «Oggi c’è una grande prova di smemoratezza e in tv vediamo parlare tante Alici nel paese delle meraviglie che dopo aver alzato la pressione fiscale ci dicono che ora le vogliono cancellare tutte a partire dall’Imu». Primo siluro. «L’alleanza tra il Pdl e la Lega è un inganno all’ennesima potenza». Secondo siluro. Pier Ferdinando Casini ha aperto ieri sera la campagna elettorale centrista con una manifestazione a sostegno dei candidati udc del Lazio al palazzo dei Congressi di Roma, cui è intervenuta alla sua prima uscita ufficiale da candidato-governatore anche Giulia Bongiorno.
La sala del palazzo dell’Eur è strapiena, i giovani candidati dell’Udc (Salvatore Aprile alla Regione e Alessandro Onorato, consigliere comunale a Roma, per Montecitorio) hanno lavorato bene e dimostrano tutti il loro entusiasmo. Attorno a Casini il suo stato maggiore, dal candidato al Senato nel Lazio, Roberto Rao, a Luciano Ciocchetti, segretario regionale dell’Udc. Appena in seconda fila la neo-candidata Bongiorno, che poi salirà sul palco, tra gli applausi, per parlare di legalità e diritti delle donne.
«RICETTE IMPROBABILI»
Ma prima tocca al leader centrista che non lesina appellativi e attacchi al Cavaliere: «Non affidiamoci più a piazzisti che propongono ricette improbabili, che stanno alterando la qualità del prodotto da mettere sul mercato e cercano di propinarci un vino contraffatto». Ricette improbabili a cui, per Casini, occorre rispondere con la semplicità della serietà: «Perché Monti non ha la bacchetta magica, ma è una persona seria che parla il linguaggio della serietà. I buffoni che fanno troppe promesse sono destinati poi a non mantenerle mai e noi di promesse non ne facciamo». Poi rincara la dose: «Non bastavano le truffe delle quote latte, le promesse sulle ronde e non mi riferisco a risvolti penali», insiste Casini attaccando l’asse Pdl-Lega, «oggi si chiede che il 75% delle tasse vadano al nord strozzando il Mezzogiorno e minando l’unità del Paese».
«REAGIRE AGLI INGANNI»
Secondo il leader centrista bisogna «reagire a questo ennesimo inganno che Berlusconi e la Lega stanno concependo. Come è possibile promettere un abbassamento della pressione fiscale da parte di chi ha governato otto anni su dieci e ha introdotto lui Imu e redditometro?! Berlusconi non ha messo in pratica quella rivoluzione liberale che aveva promesso e sul profilo della giustizia è stato incapace di affrontare una riforma che sia una». Casini ne anche per la sinistra e l’asse Pd-Sel, che «ha impedito all’Italia di fare le vere riforme» e «dispiace che la sinistra si sia fatta richiamare da questo amarcord: ieri era Bertinotti, oggi è Vendola con la Fiom e parte della Cgil che rischiano di bloccare qualsiasi riforma».
SINISTRA CONSERVATRICE
Ecco perché, spiega Casini, «diciamo no a una sinistra che ha al suo interno il conservatorismo come sta dimostrando Vendola con la sua posizione rispetto all’articolo 18, alla Tav e alle liberalizzazioni». «Noi – spiega Casini - siamo la vera novità della politica riformista e intendiamo parlare un linguaggio di verità, guardando al futuro». Qui il leader Udc rivendica l’ottimo lavoro fatto dal governo Monti, la sua politica del rigore, ma anche le scelte politiche fatte dall’Udc: «Siamo gli unici, in cinque anni, ad aver votato per il taglio delle province. Si deve aver il coraggio di tagliare la spesa pubblica» e di «abbattere il debito pubblico, attraverso il recupero dell’evasione fiscale Se non lo facciamo, il taglio delle tasse è una chimera». Casini rivendica tutte le scelte fatte dall’Udc, a partire dalla politica per la famiglie e lancia la sua sfida in nome, come dice la parola d’ordine Udc, dell’«estremo centro».