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Data: 19/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Caos nel Pdl: tutti in fila a palazzo Grazioli. Inquisiti candidati, e l’anticamorra don Merola rifiuta l’offerta di Berlusconi: «Con i nomi che girano...»

Rottura con Alfano che si rifiuta di fare il capolista in Campania dove Cosentino e i suoi uomini saranno confermati In Lombardia Formigoni corre per il Senato

ROMA Aveva detto che solo il 10 per cento dei parlamentari uscenti sarebbe stato confermato, ma il rinnovamento nel Pdl non ci sarà. Gli elettori del centrodestra rischiano seriamente di andare a votare quelli che hanno già governato nella legislatura bruscamente interrotta dal rischio bancarotta del Paese. Ma c’è di più. Sarà confermato anche chi è alle prese da anni con la giustizia inseguito da accuse gravissime. I nomi sono i soliti: Nicola Cosentino, Marcello Dell’Utri, e poi anche Laboccetta, Cesaro. Presenze inquietanti per chi vive sotto scorta perché si batte contro la camorra, quale è don Luigi Merola, parroco anticamorra di Napoli che ieri ha comunicato a Berlusconi la sua rinuncia a candidarsi. «Un sacerdote non può dire bugie – ha spiegato don Merola – è vero che ho incontrato Berlusconi che mi ha proposto una candidatura. Ma visto i nomi che girano, che non rappresentano il cambiamento, non mi candido». Un brutto colpo per il Pdl? Ma no, i dirigenti campani hanno fatto spallucce, altri hanno esultato per il posto rimasto libero. Come la stuola di parlamentari uscenti che ieri affollavano le strade intorno a palazzo Grazioli in attesa di conoscere il loro destino. Quasi questuanti di fronte al loro imperatore, che dopo essere riuscito a non far cambiare il porcellum, ora può permettersi di scegliere le candidature come meglio crede. Anzi, come ha detto ai suoi fedelissimi di sempre: «Candidiamo chi ci fa vincere». Senza tanta puzza sotto il naso insomma, e a Cosentino – che i magistrati di Napoli vorrebbero arrestare per reati di camorra – non si può rinunciare. Altro che «servono politici senza macchia che siano esempio per i giovani» come ha detto don Merola. Che infatti resta fuori. In Campania tornano a candidarsi anche Mara Carfagna e Nitto Palma, mentre si aspetta una decisione per Dell’Utri in Sicilia dopo la richiesta di condanna di ieri a Palermo. Sconfitta la linea di Alfano per le liste pulite, che infatti ha rifiutato di essere capolista alla Camera in Campania, è passata invece quella di Denis Verdini, uno che di inchieste se ne intende. E vuole nelle liste tutti quelli che portano voti, che siano inquisiti o no, non importa. Roberto Formigoni ieri ha sciolto la riserva, e si candiderà al Senato in Lombardia dove è candidato anche Sandro Bondi. Confermati in blocco gli avvocati del cavaliere, Ghedini-Longo-Paniz, per la Camera ci sono Romani, Lupi, Gelmini, Santanché, Ravetto. Tutti già nel precedente governo. In Veneto 2 capolista alla Camera Renato Brunetta (terzo è Paniz), mentre nella circoscrizione 1 capolista è Giancarlo Galan seguito da Alberto Giorgetti e Piero Longo. Al Senato capolista Berlusconi, seguito da Niccolò Ghedini e Maurizio Sacconi. Insomma, il nuovo che avanza proprio non si vede. Berlusconi probabilmente è stato convinto a scegliere la linea Verdini anche dai sondaggi che lo vedono in recupero dopo aver colonizzato radio e tv. Un calcolo che potrebbe anche rivelarsi azzardato visto che alle elezioni manca ancora molto. Ma del resto la stessa Lega Nord, che con Maroni aveva invitato il Pdl a fare «liste pulite», di fronte ai dati sfornati dai sondaggisti si è «ingolosita». E così il Maroni di ieri, leccandosi i baffi, ha detto: «Dopo l’accordo con il Pdl la Lega in Lombardia sta crescendo». Tutto il resto non conta.

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