L’AQUILA c«Nei nostri panni piangerebbe davvero» dicono i familiari dei ragazzi morti nel crollo della Casa dello Studente. Tragedia che l’ex prefetto dell’Aquila, Giovanna Maria Iurato, ha omaggiato nel giorno del suo insediamento in città, il 26 maggio 2010, deponendo una corona di fiori e commuovendosi fintamente, come sostengono i pm di Napoli che l’hanno intercettata nell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza. Una vicenda che ha scosso e ferito profondamente una città già dileggiata dall’imprenditore Piscicelli, che la notte del sisma rideva pregustando affari d’oro nella ricostruzione. La reazione più significativa, non poteva essere altrimenti, è proprio quella di «pena e disprezzo» di chi ha perso un giovane caro nel crollo della Casa dello studente. «Se questi sono gli uomini dello Stato bisogna trovarne altri - dice Antonietta Centofanti, portavoce del comitato - Questi soggetti rappresentano solo fame di potere non le istituzioni. Le nuove risate sul sisma sono l’esempio dell’ennesima situazione mediatica che ha scandito questo nostro tempo durissimo. La più crudele e pazzesca è questa del prefetto Iurato; la più tragica quella messa in atto dalla Commissione Grandi Rischi su ordine di Guido Bertolaso». La Centofanti, che nel crollo della Casa dello Studente ha perso il nipote Davide, esterna un sentimento di «grande solitudine», ma anche di «disprezzo per questa donna, che forse è anche una madre, e forse anche un po’ di pena perché ci troviamo di fronte ad una figura di scarsissimo spessore». «Ci siamo circondati di gente che si è messa a ridere quando ha saputo che c’era il terremoto – ha detto Annamaria Cialente, che nel crollo della Casa dello Studente ha perso il figlio Francesco - perché sapeva che qui avrebbe trovato dei profitti. Che si vergognassero, loro dovrebbero stare nei panni nostri, allora si renderebbero conto».
Anche il sindaco Massimo Cialente ha abbandonato l’equilibrio della prima ora: «Ci sto malissimo. La verità è una: mi sto accorgendo, a mano a mano che escono retroscena della vicenda aquilana, che abbiamo avuto tanta gente a lavorare con noi ma nessuno è entrato fino in fondo in questo dramma. Anche alla luce di altre intercettazioni (da Piscicelli a Bertolaso) ciò che emerge è la solitudine di questa comunità. La cosa di quell’intercettazione che più mi colpisce - prosegue Cialente - è l’interlocutore della Iurato (il prefetto Francesco Gratteri, ndr) che questo racconto lo vive come fosse una cosa esterna». Cialente ricorda bene quel giorno visto che è stato proprio lui ad accogliere la Iurato e ad accompagnarla sul ground zero della Casa dello Studente: «La Iurato mi colpì e l’ho sempre vista molto partecipe». Stefania Pezzopane ha confermato il «senso di nausea» già espresso a caldo. Duro anche il Siulp, il sindacato dei lavoratori di Polizia: «È inimmaginabile, per noi - dice Fabio Lauri - pensare che uomini di Stato possano compiacersi nel raccontare circostanze che riguardano il terremoto, come fosse un teatrino. Un fallimento per le istituzioni che hanno individuato nella dottoressa Iurato il rappresentante del Governo che avrebbe dovuto servire e aiutare una città martoriata». L’associazione sindacale dei funzionari prefettizi, Sinpref, ha espresso «sconcerto, amarezza e indignazione. Quanto emerso presenta aspetti inquietanti, dai quali la categoria, quotidianamente impegnata a difendere i valori della legalità e della solidarietà, intende dissociarsi». L’assessore Pelini ha detto che «è solo l’ultima pagina vergognosa che ha coinvolto il nostro territorio da quel giorno inevitabilmente indimenticabile, e che si va ad aggiungere a quelle degli sciacalli che ridevano e agli scandali che hanno travolto Bertolaso e la Protezione civile e il Governo dell’epoca».