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Data: 20/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Liste pulite, la protesta dei democrat siciliani «È tornata la santa inquisizione»

ROMA Il Pd siciliano non si muove dalle barricate. E continua a cannoneggiare per difendere i senatori uscenti Nino Papania e Vladimiro Crisafulli, esclusi dalle liste elettorali (insieme al casertano Nicola Caputo) dopo la sentenza del "tribunalino democrat" presieduto da Luigi Berlinguer. Per i garanti, una questione di opportunità: il primo è stato condannato per abuso d'ufficio, il secondo ha un rinvio a giudizio per lo stesso reato oltre a un'intercettazione telefonica con un boss.
Dettagli, evidentemente. Perché, ad ascoltare le parole dei big siciliani, si capisce che il caso non è chiuso, anzi. Il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo affonda: «Se vi fossero stati motivi validi per non accettare le candidature dei senatori Crisafulli e Papania bisognava farlo prima delle primarie». Nel corso delle quali i due epurati hanno fatto il pieno di preferenze, circa seimila a testa. Lupo ne fa una questione d'onore per difendere il partito dalle campagne mediatiche. E mentre il deputato regionale Mario Alloro paragona il collegio dei garanti alla Santa Inquisizione, i due scomunicati masticano rabbia. Crisafulli: «La mia candidatura non contrasta con il codice etico». Senatore, lascerà il Pd? «No, anzi invito il segretario Bersani all'inaugurazione della campagna elettorale per un comizio». A Enna, ovviamente. Città in rivolta, dove Cataldo Salerno, presidente dell'Università Kore ed ex presidente della Provincia, fa sapere che dopo lo stop a "Mirello" restituirà la tessera del partito.
Poi c'è Papania che, consapevole del motto di Sciascia chi comanda fa legge, non rinuncia a gridare contro «l'ingiustizia subita: io sono pulito». Poi, però, avverte: «Inviterò a votare Pd, ma per quel che mi riguarda, avvierò una riflessione, insieme ai miei amici di sempre». Intanto, la realpolitik incalza: al Senato, senza i due ras delle preferenze, il Pd riuscirà a mettere le mani sul premio di maggioranza? Piero Grasso, ex procuratore antimafia e ora candidato democrat, twitta: «Forse perderemo voti di un certo tipo, ma ne guadagneremo...».
E giusto per tenere alta la temperatura i senatori ecologisti e non ricandidati, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, rivelano: «Quando nel 2009 denunciammo pubblicamente l'incompatibilità Crisafulli, la Commissione di garanzia del partito, presieduta da Berlinguer, minacciò di espellerci». Di fatto, le tensioni tra il Nazareno e il partito siciliano non nascono oggi. Durante la compilazione del listino, Lupo ha minacciato l'impossibile pur di non vedersi catapultati una dozzina di parlamentari romani. E alla fine ha avuto la meglio. Ma questa volta no. E Baldo Gucciardi, capogruppo Pd nell'Ars, insiste: «E' stato commesso un grave errore che lede in maniera irreversibile il nostro territorio».

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