Vittorini durissimo. Verini ironico. Nel mirino alcuni screzi
La città non ce la fa più, la città non lo tollera più. Con molti, arrivati in città a offrire la propria solidarietà, dopo il terremoto, gli aquilani hanno anche riso, ma non sopporta e non perdona chi ha riso di loro. I social network non parlano d’altro. C’è chi paragona le lacrime della Iurato a quelle della Fornero, per falsità. E chi, come Enrico Verini, dice di aver visto l’ex prefetto solo ai tagli dei nastri, «una specie di velina». In tanti hanno postato la trascrizione dell’intercettazione, non mancano neanche insulti e satira pungente. Infine c’è chi vorrebbe, come Giuliana, che la Iurato «fosse cacciata dall’Italia». «Travestiti da benefattori e crocerossine, con la medaglia sul petto e la corona sulla testa che napoleonicamente hanno arraffato, questi scialbi e ripugnanti necrofagi hanno fatto scempio della vittima inerme e continuano imperterriti e arroganti a condurre i loro banchetti, i loro affari e le loro carriere imprenditoriali, amministrative e politiche» afferma il medico aquilano e consigliere comunale Vincenzo Vittorini, capogruppo di L’Aquila che Vogliamo. Nel crollo della propria abitazione, Vittorini ha perso moglie e un figlio e il suo commento sulle recenti intercettazioni telefoniche sul finto pianto dell’ex prefetto Maria Giovanna Iurato, davanti alla morte di otto universitari della Casa dello studente, è duro: «Questo macabro spettacolo deve essere fermato, a qualsiasi costo». Amarezza, incredulità e rabbia pervadono i sentimenti del personale della prefettura dell’Aquila nel leggere le intercettazioni. Vengono fuori racconti di episodi con screzi tra la Iurato e i suoi collaboratori e, in alcuni casi, anche offese pesanti. Da quanto si è appreso, del caso si erano interessate anche le rappresentanze sindacali del personale, anche se poi la notizia non è trapelata. «Nessuna sorpresa per il Coisp sui retroscena che vengono fuori», scrive il segretario provinciale Santino Li Calzi: «Oltre all’ex prefetto dell’Aquila dovrebbero chiedere scusa agli aquilani anche gli amministratori della nostra città, per non aver saputo interpretare il vero volto dell’ex rappresentante del Governo nella nostra città, così come dovrebbero fare ammenda tutti quelli che l’hanno osannata».