Il nuovo strumento servirà ad individuare i finti poveri. Saranno ignorati gli scostamenti fino a 12.000 euro l’anno
IL CHIARIMENTO
ROMA I pensionati non hanno nulla da temere dal fisco. Il messaggio, rassicurante, è arrivato ieri con una inusuale nota domenicale dell’Agenzia delle entrate che si è sentita in dovere di chiarire, dopo alcune notizie diffuse dai media, che «i pensionati, titolari della sola pensione, non saranno mai selezionati dal nuovo redditometro». Il nuovo strumento divenuto disponibile da quest’anno «verrà utilizzato - sottolinea ancora l’Agenzia -per individuare i finti poveri e, quindi, l'evasione “spudorata”, ossia quella ritenuta maggiormente deplorevole dal comune sentire ».
E quali sono allora le situazione che faranno scattare il campanello d’allarme del fisco? «Si tratta dei casi in cui alcuni contribuenti, pur evidenziando una elevata capacità di spesa, dichiarano redditi esigui, usufruendo così di agevolazioni dello Stato sociale negate ad altri che magari hanno un tenore di vita più modesto». Insomma il redditometro servirà a stanare i contribuenti truffaldini non certo i pensionati, fa capire l’agenzia, che non hanno altro reddito oltre la loro meritata pensione.
Intorno al redditometro si è infatti creato un notevole allarme che sta alimentando preoccupazione tra i contribuenti onesti nel timore di un eccesso di intrusione del fisco nella vita privata di ognuno. Anche per fugare queste paure, l’Agenzia ha voluto ribadire «sia che già in fase di selezione, le posizioni con scostamenti inferiori a 12 mila euro (l’anno, ndr) non saranno prese in considerazione; sia la convenzione annuale con il Ministero dell'Economia, in base alla quale l'Agenzia delle Entrate dovrà effettuare ogni anno 35 mila controlli utilizzando il redditometro. E' ovvio che l'azione sarà efficace se diretta a individuare casi eclatanti e non di leggeri scostamenti tra reddito dichiarato e quello speso». Insomma , il fisco conferma che scatterà la caccia al pesce grosso e non al piccolo evasore che, pur colpevole, non giustifica in ogni caso il costo di una procedura complessa e costosa come quella messa in atto con l’accertamento individuale.
Le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate trovano una conferma nelle stime della Cgia di Mestre secondo la quale il redditometro avrà un impatto minimo sulla vita dei contribuenti. Se l’incasso stimato resterà quello ipotizzato (815 milioni di cui 715 attraverso l’autotassazione e gli altri 100 con l’attività accertativa), si tratterà mediamente di 20 euro a contribuente. I 35.000 controlli, infatti, rappresentano una percentuale minima su 40 milioni circa di contribuenti italiani.