PESCARA - L'assessore Morra traccia il cammino: «Le interlocuzioni con la maggioranza ci sono». Il presidente Chiodi detta le condizioni: «Su esuberi e retribuzioni occorre riaprire il tavolo con i sindacati». Tutti d'accordo sulla riforma dei trasporti che dovrebbe passare dalla società unica, l'istituzione dei nuovi bacini e le gare per l'aggiudicazione delle tratte, ma la parola fine non c'è ancora. Ci ha provato il Pd, ieri, con il documento presentato nel Consiglio regionale straordinario con cui si impegnava la maggioranza a portare finalmente in aula, entro il 10 marzo, la delibera per la istituzione della nuova società che dovrebbe portare alla fusione di Arpa, Gtm e Sangritana (forse anche dell'Ama aquilana che avrebbe chiesto all'ultimo momento di essere della partita). Tentativo vanificato dalla bocciatura finale, mentre Chiodi si impegnava verbalmente a far conoscere la proposta della maggioranza entro il 31 marzo prossimo.
«Basta con gli annunci - ha tuonato il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro -, il tempo è scaduto», mentre l'ex assessore ai trasporti Claudio Ruffini gridava al «ricatto» quando Chiodi provava a mettere all'angolo i sindacati su due questioni sostanziali: la necessità di rinegoziare i contratti di secondo livello che incidono sulla produttività e gli esuberi del personale amministrativo. Insomma, la quadra non c'è ancora. E questo, a detta del Pd, per le contraddizioni tutte interne alla maggioranza, divisa sulla fusione dei tre consigli di amministrazione per evidenti ragioni di geopolitica. Morra ha ricordato anche l'interlocuzione ancora in corso con il Governo centrale: «Non c'è certezza né sulle norme, né sui finanziamenti delle gare». Ma anche per lui la società unica resta un obiettivo di questa legislatura. E' finita tra le urla dei sindacati e dei lavoratori: «Vergogna! Vergogna!».