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Pescara, 19/12/2025
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Data: 23/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto (Abruzzo) - Caos Pdl, maggioranza a pezzi. Il caso-candidature: la rivolta dell’Aquila dopo Pescara.

Tancredi: «Stiamo ricucendo». Fughe e dissidenti, il centrodestra si conta: così cambia la geografia del potere in Regione

L’AQUILA Ormai è una maggioranza a pezzi, pronta a boicottare le elezioni e a darsela a gambe. Il gruppo regionale del Pdl, dopo lo schiaffo delle liste, è in forte fibrillazione. Non c’è soltanto il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano che l’ha detto chiaro e tondo, «voterò al Senato la lista di Carlo Masci» e medita di abbandonare il partito, o Lorenzo Sospiri che minaccia anche lui fuoco e fiamme per l’esclusione di Pescara dalle liste, ci sono anche gli aquilani che protestano e invocano la testa dei coordinatori regionali Piccone e Di Stefano perchè di candidature del capoluogo non c’è l’ombra. Ma soprattutto ci sono i malpancisti, i più pericolosi, quelli che rumano e lavorano sotto traccia e già meditano di assestare il colpo nell’urna e di firmare l’addio al Pdl subito dopo le elezioni. Sono la maggioranza. E se si contano, nelle mani di Chiodi dopo il 26 febbraio non resteranno che pochi fedelissimi. Nel frattempo non si placano le polemiche dopo il caso-candidature che ha fatto esplodere il centrodestra a Pescara e anche all’Aquila: entrambe ignorate dalle candidature.
Al principio erano 27, più i fedeli alleati Giorgio De Matteis e Carlo Masci. In pratica il gruppo consigliare del Pdl contava su ventinove persone. Poi sono passati con Fini Daniela Stati e Berardo Rabuffo, con lo stesso Emilio Nasuti rimasto in bilico tra Fli e Pdl per molto tempo. Adesso, fino a non più di un mese fa, i pidiellini regionali erano 25. Il quadro già oggi è nettamente cambiato e dal Pdl si sono sfilati: gli assessori Paolo Gatti (passato con Fratelli d’Italia) e Giandonato Morra (Destra di Storace), la presidente della Commissione Sanità Nicoletta Verì ( Monti), il vice capogruppo Emiliano Di Matteo (Fratelli d’Italia), il consigliere regionale Luca Ricciuti (Fratelli d’Italia). E questi sono i sicuri. Tra i pidiellini in bilico ci sono Nazario Pagano, lo stesso Sospiri, Carlo Masci (che ha presentato una propria lista al Senato come Rialzati Abruzzo). Ma in forte dissenso c’è anche un’altra folta schiera di consiglieri, che non si sa bene che strada prenderà. Come l’assessore Gianfranco Giuliante, che provocatoriamente ha scritto che Razzi è meglio di Piccone e che se gli si chiede da che parte sta, risponde così: «Sto in dissenso con l’imbecillità, il resto è conseguenza». C’è Angelo Di Paolo, che pur appartenendo ufficialmente a Rialzati Abruzzo, è sempre stato di cuore pidiellino e che giorni fa firmò con Giuliante la lettera in cui chiedeva a Chiodi di non mettere becco nelle liste. E tra quelli che il mal di pancia ce l’hanno sicuramente ma che per ora stanno zitti c’è Federica Chiavaroli, finita al Senato al quinto posto dietro l’ex responsabile Antonio Razzi; c’è Riccardo Chiavaroli, fino a ieri fedelissimo di Berlusconi ma in forte dissenso con le scelte che penalizzano Pescara e sempre con un occhio a Pannella, suo primo amore; c’è lo stesso vice presidente Alfredo Castiglione che era diventato filo Frattini e che sperava in una candidatura in quota Monti, c’è Nasuti che dentro il Pdl non c’è mai stato con troppa convinzione; c’è Antonio Prospero invece convintamente di Rialzati Abruzzo.
E se da una parte si prepara una fuga di massa, la nuova geografia della maggioranza di centrodestra alla Regione risentirà anche delle elezioni politiche. Il centrodestra perderà De Matteis, Verì e Gatti. Al loro posto entreranno tre esponenti di opposizione: Bruno Sabatini (ex Pdl ora con Catone), Pino Tiberio (Mpa), Maurizio Teodoro (Fli). Quindi a voler essere ottimisti il gruppo Pdl potrebbe ritrovarsi a quota 18, ma se alla sottrazione si dovesse aggiungere chi soltanto minaccia o medita di rinviare l’addio al dopo elezioni, allora il numero si assottiglierebbe ancora di più e il Pdl si ritroverebbe a quota 13 consiglieri. Con un solo vero fedelissimo per Chiodi: Lanfranco Venturoni.

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