L’advisor, la società Scs, «rottama» le società partecipate del Comune arrivando a consigliare una soluzione estrema nella sua lunga relazione: dismettere tutto privatizzando e ottenere i servizi erogati dalle stesse con bandi di gara sul libero mercato ottenendo un risparmio. E la famigerata «L’Aquila Holding» pubblico-privata che sarebbe dovuta nascere dall’aggregazione delle società esistenti? «Si tratta di una soluzione sub-ottimale». Così parla la Scs. «Gli eventuali ricavi - si legge nella relazione - non potrebbero coprire tutti i costi dei servizi e quindi tali attività non genererebbero utili per una holding». Il Comune ha pagato 60 mila euro, tanto è costato lo studio della società, per vedersi demolire sotto gli occhi le società con i 500 dipendenti, giudicate antieconomiche per l’ente. Impensabile ipotizzare servizi in house non previsti dall’attuale normativa e possibili solo per prestazioni inferiori a 200 mila euro annui. La relazione è stata discussa di recente dalla commissione Garanzia e Controllo che dedicherà ulteriori incontri all’argomento. La rottamazione comincia dal Sed le cui prestazioni per l’advisor sarebbero troppo costose; unico modo per salvare la società sarebbe un ritorno al passato, attraverso insomma la ricerca di un socio privato di minoranza. Si dovrebbe dunque tornare ai tempi della Maggioli di cui il Comune ha cercato di sbarazzarsi in tutti i modi riuscendo nell’impresa. Giudizio impietoso anche sull’Afm, che non potrebbe gestire - come ricordato dal presidente della V commissione Daniele Raffaele - un asilo pubblico e uno privato contemporaneamente. Bocciato negativamente anche l’esperimento dell’apertura della farmacia a Castel di Ieri. Scs suona il de profundis anche per il Centro turistico del Gran Sasso: «In assenza di interventi straordinari - si legge - occorre prefigurare anche l’ipotesi di una procedura concorsuale a carico della società (anche su istanza dei creditori). Ripartire i vari servizi svolti e affidarli in parte direttamente ad altre società e in parte tramite gara». Rientra dalla finestra invece, attraverso una fondazione, l’ex Onpi, che dovrebbe confluire nella fondazione «Con noi e dopo» (peraltro in enorme ritardo nella sua costituzione). Alla luce dei risultati dello studio si comprende la ragione per la quale l’amministrazione ha deciso di tenere nel cassetto lo studio pagato profumatamente. Alcuni componenti della V commissione hanno obiettato: «Non occorreva l’advisor per giungere a trovate simili. Avremmo potuto dire le stesse cose noi senza pagare 60 mila euro». Nella lunga relazione si fa solo un cenno alla tutela dei livelli professionali.
Sei società e oltre 400 dipendenti
Sono sei le società per azioni del Comune oggetto dello studio dell’Advisor. L’azienda farmaceutica (Afm) che gestisce 8 farmacie comunali di cui 6 nel comune dell'Aquila, una a Castel di Ieri e un'altra al Avezzano. Il Polo pedagogico è costituito da Casetta fantasia formata da un Nido e una scuola materna. La gestione dei cimiteri è tornata al Comune. L’azienda per la mobilità aquilana (Ama) gestisce il trasporto pubblico su gomma; L’Aquilana multiservizi (Asm) si occupa di igiene urbana e rimozione macerie. Il Centro turistico del Gran Sasso gestisce egli impianti di risalita del Gran Sasso e l’albergo di Campo Imperatore. Il Sed (servizio elaborazione dati) per il Comune svolge servizi di manutenzione e consulenza Hardware e Software, servizi demografici, supporto alla riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie. Il centro servizi anziani (Csa) gestisce l'assistenza domiciliare, l’assistenza domiciliare integrata e la gestione della residenza assistenziale ex Onpi. In totale oltre 400 dipendenti.