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Data: 13/02/2007
Testata giornalistica: Il Centro
Irpef, seimila famiglie non dovranno pagare. Comune e sindacati firmano l'accordo: l'esenzione sale fino ai redditi di 15 mila euro

Ma tremila emendamenti del centrodestra bloccano l'approvazione dell'imposta. Altri sconti sull'Ici per le prime abitazioni scatteranno nel 2008

PESCARA. Quest'anno, seimila famiglie non pagheranno l'addizionale Irpef. E' il risultato dell'accordo raggiunto ieri mattina, tra amministrazione comunale e sindacati. Dopo tre ore di riunione, mentre era in corso il consiglio comunale, il sindaco, Luciano D'Alfonso, l'assessore alle finanze, Camillo D'Angelo, i tecnici, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil confederali e della categoria dei pensionati, hanno finalmente trovato un compromesso sulle nuove tasse. Per l'imposta sui redditi rimane l'aliquota unica dello 0,5 per cento, in compenso raddoppia la fascia di esenzione.
Tutti i contribuenti con redditi fino a 15mila euro saranno esentati dall'addizionale. Inoltre, l'amministrazione comunale si è impegnata ad aumentare le detrazioni Ici, a partire dal prossimo anno e ad aggiungere 200mila euro agli stanziamenti in bilancio per i servizi sociali. Ma in consiglio comunale non è andata così liscia. La seduta, dedicata in gran parte all'addizionale Irpef, ha fatto registrare uno scontro tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra ha dato il via all'ostruzionismo con 3mila emendamenti. Poi, la seduta è stata aggiornata ad oggi, alle 16. Ecco la cronaca della giornata.
PARTE LA TRATTATIVA. Alle 8,30 prende il via il negoziato sull'addizionale Irpef. I sindacati, arrivati pochi minuti prima in Comune, si siedono al tavolo in sala giunta con il sindaco, Luciano D'Alfonso, l'assessore alle finanze, Camillo D'Angelo, il ragioniere generale, Giovanni D'Aquino e i dirigenti, Nicola Torelli e Marco Scorrano. Il primo cittadino comunica subito ai presenti una brutta notizia. Il ministero delle Finanze ha risposto negativamente al quesito posto dal Comune, riguardo all'ipotesi dell'imposta con più aliquote, proposta inizialmente dai sindacati e accolta con riserva dall'amministrazione. L'addizionale deve avere un'aliquota unica per tutti i redditi. La conferma arriva anche in serata con una lettera, recapitata al sindaco, del direttore dell'ufficio Federalismo fiscale del ministero, Carlo Vaccari. Le parti studiano un'altra soluzione.
ACCORDO DOPO TRE ORE. Alle 11,30, durante la seduta del consiglio, D'Alfonso trova la quadratura del cerchio. Per aiutare le famiglie meno ricche, si agirà sulla fascia di esenzione. Così, la cosiddetta «no tax area» raddoppia, passando da 7.500 a 15.000 euro. Una scelta che, forse, nessun'altra città ha fatto finora. In pratica, tutti i contribuenti con redditi fino a 15.000 euro non pagheranno la tassa. Al di sopra di questa cifra, invece, si applicherà l'aliquota dello 0,5 per cento, come era stato già stabilito. L'anno scorso era allo 0,1.
Tuttavia, nel caso in cui il governo, in futuro, dovesse decidere diversamente, il Comune sarà pronto ad applicare l'aliquota ridotta dello 0,2 ai redditi tra i 15.000 e i 24.000 euro.
ALTRI PUNTI DELL'INTESA. L'accordo siglato dai segretari confederali di Cgil, Paolo Castellucci, Cisl, Umberto Coccia, Uil, Luca Piersante, Ugl, Alberto Cianci e dai segretari dei pensionati di Spi Cgil, Giuliano Colazzilli, Fnp Cisl, Romano Cocco e Uilp Uil, Antonio Settembrini, prevede altri due punti importanti. Il primo, è l'impegno dell'amministrazione di aumentare la detrazione Ici, dal 2008, per tutti i proprietari di una sola abitazione. Questa operazione esenterà dal pagamento dell'imposta 3mila famiglie. Inoltre, il sindaco promette di aumentare le spese per il sociale con altri 200.000 euro e con il 20 per cento di nuove entrate accertate nel corso d'anno. Soddisfatti i sindacati.
SCONTRO IN CONSIGLIO. L'accordo con i sindacati non fa cambiare strategia all'opposizione, che aveva già preannunciato battaglia per bloccare l'approvazione dell'aumento dell'addizionale. In aula, parte un duro ostruzionismo del centrodestra con gli emendamenti. I lavori vengono fortemente rallentati, l'aula non riesce a votare nemmeno la prima proposta di modifica. Si assiste a reciproci scambi d'accuse tra i due Poli. Litiga anche D'Alfonso con Alfredo Castiglione (An). Poi, gli interventi. «Si continuano a vessare i cittadini», dice Augusto Di Luzio (An). «Ci sono spese di cui si può fare a meno», aggiunge Andrea Pastore (Forza Italia). Critico anche Fausto Di Nisio (Verdi): «Sono contrario all'aumento e voterò contro». Di parere diverso, infine, Maurizio Acerbo (Rifondazione): «Potevamo unirci alla protesta contro la tassa, ma abbiamo assunto un impegno con la coalizione e lo rispetteremo».

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