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Data: 24/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Chiodi: vi ho salvato da Aracu e Razzi. Il governatore presenta i teramani nella lista del Pdl e rivela: Tancredi era fuori ma Berlusconi non lo sapeva

TERAMO Ha messo in gioco tutto il suo peso politico e istituzionale per ribaltare le liste del Pdl per il parlamento. «Io o Aracu, io o Razzi». Il governatore Gianni Chiodi racconta così il suo aut aut ai vertici nazionali del partito per recuperare spazio alle candidature dei senatori uscenti Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano. L'ex sindaco evidenzia come, prima del suo intervento, i giochi fossero fatti a svantaggio di Teramo. «La lista era quella, con Pelino, Aracu, Razzi e Quagliariello», chiarisce, «abbiamo evitato che i colonnelli facessero passare una cosa inaccettabile». Chiodi è andato direttamente a Palazzo Grazioli, quartier generale di Silvio Berlusconi e della macchina elettorale del Pdl, ha affrontato Denis Verdini e ha tenuto contatti serrati con Angiolino Alfano e al telefono anche con lo stesso leader ex presidente del consiglio. «Berlusconi non ne sapeva nulla», precisa il governatore, «si stava occupando di Consentino». Il risultato è stato un cambio di rotta che ha portato Tancredi e Di Stefano rispettivamente secondo e terzo, dietro all'altro senatore Filippo Piccone, nella lista per la Camera. «Sono parzialmente molto soddisfatto perché si poteva fare meglio», spiega Chiodi con una forzatura linguistica, «le candidature in Abruzzo sono state affrontante negli ultimi due giorni e questo non ha reso possibile un contenuto ancora migliore». Il governatore evidenzia di non essersi inizialmente occupato delle liste, specificando che questo compito spettava al coordinatore regionale Piccone, e di aver preso l'iniziativa solo dopo la conferma ricevuta da Gianni Letta sulla prima stesura delle liste. «Siamo riusciti a ribaltare la situazione», osserva, «anche Di Stefano e Piccone erano stati fatti fuori: ora il partito è molto più autorevole ma avrei evitato altri errori, come quello di non prevedere una rappresetanza pescarese». Da Pescara rimbalza la polemica del coordinatore provinciale dimissionario Lorenzo Sospiri che non risparmia critiche anche a Chiodi. «Dobbiamo recuperare, chiederò conto degli errori che ci mettono in una situazine di estremo imbarazzo», spiega il governatore, «è iniziata una nuova storia, dobbiamo riflettere sui rapporti con il partito nazionale». Ma la questione politica sarà sollevata dopo le elezioni. «Non accetto che il coordinatore abruzzese sia di fatto Cicchitto», insiste Chiodi, «abbiamo modi diversi di fare politica». Il Pdl in Abruzzo ha la percentuale di voti più alta d'Italia e il governatore è convinto che il partito otterrà un grande risultato elettorale. Tancredi difende la candidatura di Gaetano Quagliariello al Senato. «E' solo in parte un paracadutato perché ha seguito la politica del partito in Abruzzo fin dal 2008», fa notare, «i pescaresi sono penalizzati, nelle iste dovrebbero essere presenti tutti i territori, ma nessuno ha messo in discussione la rappresentanza teramana». Il senatore e coordinatore provinciale del Pdl esalta il ruolo della classe dirigente abruzzese e in particolare di Chiodi. «Ha dimostrato la forza della sua leadership», spiega, «partito può arrivare alla sua rielezione». Alla compattezza del Pdl si richiamano anche gli altri candidati. «E' un riconoscimento non a me ma alla storia di un gruppo», dice il vicecoordinatore provinciale Valeria Misticoni, affiancata nella lista per la Camera da Manuela Fini, Luciana Di Marco e Fabrizio Di Lorenzo, mentre l'assessore in Provincia Elicio Romandini, in corsa al Senato, si dice onorato dalla scelta e assicura massima disponibilità.

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