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Pescara, 19/12/2025
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Data: 30/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
«L’aeroporto d’Abruzzo è strategico». Il ministro delle infrastrutture, Corrado Passera, promuove lo scalo pescarese. Scongiurati declassamento o chiusura (il traffico passeggeri negli scali italiani)

Il presidente Laureti: ora è essenziale mantenere la sostenibilità economica

PESCARA L’aeroporto d’Abruzzo esce dal limbo delle infrastrutture inutili da chiudere e diventa aeroporto d’interesse nazionale. Lo stabilisce l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale emanato ieri dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. Lo scalo di Pescara viene inserito nel piano per due caratteristiche: un traffico superiore a 500mila passeggeri annui (a novembre 2012 eravamo a quota 527mila) ed è unico nell’ambito regionale. Nella stessa categoria di Pescara ci sono gli aeroporti di Ancona, Reggio Calabria, Trieste. Il piano non prevede la costruzione di altri aeroporti. Il provvedimento era atteso da 26 anni, e pone le basi per un riordino organico del settore aeroportuale sotto il profilo infrastrutturale, gestionale e della qualità dei servizi. L’atto - che recepisce gli orientamenti comunitari e gli indirizzi governativi e parlamentari - sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal presidente della Repubblica. In sostanza gli aeroporti d’interesse nazionale costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni. Per questi scali è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità per il rilascio della concessione in gestione totale (dove manchi). Secondo il piano, gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l’accessibilità, l’intermodalità. Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso o la possibilità di chiusura. Era questo fino a pochi giorni fa il destino dell’aeroporto di Pescara, perché il Liberi non era inserito nella prima bozza Passera tra quelli di interesse nazionale ma tra gli aeroporti di servizio e dunque a carico della Regione che avrebbe potuto decidere di non avere risorse per tenerlo aperto. Molto soddisfatto Lucio Laureti, presidente della Saga, la società di gestione dello scalo: «Quello che ora dobbiamo capire è se questa nuova catalogazione prevede contributi nazionali. Ovviamente se ci sarà la minima possibilità di ottenerli ci muoveremo. Da questo punto di vista dobbiamo essere superefficienti». Ma l’efficienza, avverte Laureti, deve passare anche attraverso il conto economico: «Tutto questo discorso passa proprio dalla sanità dei bilanci. Certo, l’aeroporto non chiude ex lege come si era ipotizzato, siamo stati promossi però gli aeroporti che non si reggono e non sono sostenibili, ancorché con i contributi regionali, non c'è legge che possa salvarli. Quindi continuiano la nostra strategia di sviluppo e risanamento». Una strada stretta, perché «è facile fare sviluppo a danno dei conti oppure fare risanamento chiudendo i voli onerosi». L’obiettivo è adesso reperire risorse, come i fondi Fas («Abbiamo destinato persone al reperimento di questi fondi», dice Laureti) o come quelli regionali che nelle scorse settimane hanno messo in ansia la Saga per la chiusura del bilancio 2012 e che dovrebbero arrivare a giorni. Il presidente della Regione Gianni Chiodi parla di «risultato importante che apre nuove prospettive per lo scalo abruzzese». L'assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio commenta: «Abbiamo investito, in un momento di grande difficoltà, ingenti risorse per la sopravvivenza e la crescita dell'aeroporto. Questa nostra scelta ci ha permesso di raggiungere quegli standard qualitativi tali da far ritenere anche dal governo nazionale strategico lo scalo».

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