ROMA Meno aeroporti, meno costi pubblici e più efficienza degli scali. Sono le parole d’ordine del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, per il quale il ministro dello sviluppo, infrastrutture e trasporti Corrado Passera ha emanato ieri l’Atto di indirizzo e che pone le basi per un riordino organico del settore. Un primo atto, su cui parte ora il confronto in Conferenza Stato-Regioni (la prima riunione in programma è il 7 febbraio), e che «colma - ha sottolineato Passera - una grave lacuna del Paese che durava da 26 anni». In un Paese in cui ci sono «troppi aeroporti» (112 scali funzionanti, di cui 90 aperti al solo traffico civile, 11 militari aperti al traffico civile e 11 solo ad uso militare), il Piano mira prima di tutto a ridurre la frammentazione e favorire un processo di riorganizzazione per la maggiore efficienza. A questo fine vengono individuati 31 scali di interesse nazionale, che costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni. Gli scali scelti (tra cui Fiumicino, Malpensa e Venezia) potranno mantenere la concessione nazionale e saranno oggetto programmi di infrastrutturazione per potenziarne la capacità; quelli non di interesse nazionale invece dovranno essere trasferiti alle Regioni competenti, che potranno decidere anche l’eventuale chiusura. Non saranno invece realizzati nuovi scali: quindi sfumano i progetti per Grazzanise (Caserta) e Viterbo (gli investimenti potranno essere usati per il potenziamento di Fiumicino). Il Piano prevede anche la necessità per gli scali di mettere a punto piani di riequilibrio economico-finanziario e indica l’opportunità di procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici, favorendo l’ingresso di capitali privati. E gli interessati non mancano: il Gruppo Corporacion America, gestore di 51 aeroporti nel mondo, fa già sapere che sta guardando con particolare interesse a Bologna, Genova, Salerno e Ancona (con cui è già in fase avanzata di trattative), oltre che ad alcuni scali siciliani. Tra le linee guida del Piano ci sono anche l’incentivazione delle reti aeroportuali, attraverso la differenziazione e specializzazione di ruolo degli scali; oltre alla razionalizzazione dei servizi di navigazione aerea e dei servizi generali alla clientela. «L’Italia può davvero ambire ad avere un sistema all’avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche», ha spiegato Passera. Il beneficio maggiore è che, se si riesce a risparmiare nei prossimi contratti di programma, i prezzi dei biglietti aerei possono scendere, ha evidenziato il presidente dell’Enac Vito Riggio.