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Data: 30/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Welfare, allarme finanziamenti. La Cgil: in cinque anni -75%

ROMA I Fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso negli ultimi 5 anni il 75% delle risorse complessivamente stanziate dallo Stato. È quanto emerge da un'indagine dello Spi-Cgil sul welfare nel Paese, sulla base della quale il Fondo per le politiche sociali - che costituisce la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie - ha subito la decurtazione più significativa, passando da una dotazione di 923,3 milioni di euro a quella di 69,95 milioni.
NON AUTOSUFFICIENTI

Il Fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione finanziaria nel 2010 era di 400 milioni di euro, sempre secondo l'indagine del sindacato dei pensionati, invece, è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi e non è stato rifinanziato dal governo Monti «nonostante le reiterate promesse in tal senso». Ulteriori decurtazioni di risorse, prosegue lo Spi, sono state apportate al Fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 milioni a 31,99 milioni) e a quello per le politiche giovanili (da 94,1 milioni a 8,18 milioni). La situazione non migliora a livello locale: nei Comuni italiani si è infatti registrata una diminuzione della spesa per i servizi sociali in senso stretto nel 2012 del 3,6%. Del 6,8% è stata invece la diminuzione di risorse stanziate per il welfare allargato (servizi sociali, istruzione, sport e tempo libero), con punte dell'11% rilevate in diverse zone del Mezzogiorno.
POLITICA (QUASI) SALVA

Più contenuta è stata la riduzione a carico delle spese per l'amministrazione generale (auto-amministrazione, costi della politica), che si è attestata al 2,9%. Le entrate tributarie, sottolinea infine lo Spi, sempre nel 2012 sono però aumentate del 9,5%. «Oggi mi è stato chiesto di mettere al sociale qualcuno che ci capisca, guardate semmai mi ci metto io», ha commentato Pier Luigi Bersani incontrando ieri a Padova i rappresentanti del volontariato. Bersani ha ricordato di essere stato assessore regionale ai servizi sociali dell'Emilia Romagna e dopo aver incontrato i disabili della casa alloggio nella sede dell'Anffas, commosso ha sottolineato: «Raccolgo questo appello. E penso che si possa iniziare da un segno che non costa: io intendo, se tocca a me, che Palazzo Chigi non sia solo sede di concertazione di forze economiche ma che nella sala verde debba esserci l'incontro e il confronto con il privato sociale e i comuni che discutono». «Certo, le risorse sono poche, - ha ammesso - poi si fa quello che si può perchè non si possono fare i miracoli».
J’ACCUSE DI BERSANI

«Le prime risorse devono essere messe a disposizione di chi ha bisogno», ha continuato Bersani. «Dobbiamo guardare in faccia chi è difficoltà già nel 2013». Ed ha quindi stigmatizzato: «Oggi in piena recessione il fondo sociale è scomparso. Dobbiamo partire da lì vedere quali sono le prime esigenze. In Italia ci sono fenomeni di largo abbandono di certe situazioni. Vi garantisco l'impegno su questo versante, ripeto penso che sia un investimento perchè un Paese che non ha solidarietà è un paese che non va nessuna parte è in mano all'egoismo». «Ormai siamo davvero all'anno zero del welfare pubblico con un continuo taglio di risorse che sta privando dei servizi di assistenza le fasce più deboli del Paese, che in questo modo sono state letteralmente abbandonate al proprio destino», la chiosa sconsolata del segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone.

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