ROMA Si infiamma lo scontro sul lavoro, la precarietà e i diritti. Le ricette tra le forze politiche sono molte diverse mentre la disoccupazione è al top e ci sono 300 vertenze aperte al Ministero per lo sviluppo. «Ma li giacciono, con la situazione che peggiora ogni giornio», commenta Susanna Camusso, segretario della Cgil. Il tema lavoro riprende il centro del confronto elettorale. Oggi Scelta Civica presenterà la bozza Monti-Ichino, un progetto in materia di «politiche del lavoro e del welfare» che tra i suoi punti centrali punta a sperimentare soluzioni «più flessibili, partendo da quanto è consentito dall’articolo 8, quello sulle deroghe contrattuali». Monti vuole «rimodulare» il contratto di lavoro a tempo indeterminato «tramite la contrattazione collettiva, più flessibile e meno costoso». La bozza allarga il campo delle deroghe dei contratti, in particolare nel lavoro pubblico. Ma le proposte di Monti-Ichino piacciono poco ai democratici. Per Cesare Damiano c’è il rischio di una «balcanizzazione dei contratti» per la sperimentazione territoriale e regionale. Nella piattaforma dell’Italia Bene Comune (Pd-Sel-Psi) si rilancia la «lotta alla precarietà eredità della destra» e «la riforma del sistema fiscale che allegerisca il peso sul lavoro e l’impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni». Il Pd vuole rimettere in discussione parti della riforma Fornero sulle pensioni. Inoltre «per coloro che non sono coperti da contratto ci vuole un reddito minimo garantito» ha spiegato Bersani. Per Rivoluzione Civile che candida Antonio Ingroia la priorità è «girare pagina» perché la «ricetta Marchionne» sostenuta da Berlusconi e Monti «e inaccettabile». Le «controriforme» sul lavoro e sulle pensioni sono tutte da rifare. Tra le priorità di Rivoluzione civile: ripristinare l’articolo 18, cancellare l’articolo 8 sulle deroghe contrattuali e la riforma delle pensioni, approvare una legge per la democrazia nei luoghi di lavoro, stop alla precarietà, l’istituzione del reddito minimo garantito per i giovani e un assegno di maternità universale per le donne. Serve, per Ingroia, «un piano straordinario per il lavoro e interventi mirati in settori strategici come quello del risanamento idrogeologico e della mobilità. Bisogna poi aumentare i fondi per la ricerca e sviluppo e si devono stabilizzare i precari ella scuola e della pubblica istruzione».