PERUGIA - LA PRIVATIZZAZIONE di Umbria Mobilità si farà e il modello è quello dell'Ataf di Firenze. prima però bisogna ridurre il debito, azzerare l'impegno sul versante romano e dismettere un patrimonio immobiliare ritenuto eccessivo. Gli advisor di Umbria Mobilità che hanno redatto il Piano di ristrutturazione, decidono di fare il confronto con un'azienda che ha caratteristiche simili a quella umbra: si tratta dell'Ataf Spa, che svolge il servizio di trasporto pubblico in provincia di Firenze e che - affermano gli esperti incaricati da UM - ha caratteristiche dimensionali simili a quelle dell'azienda umbra. COME mostra la tabella qui a destra si vede che ci sono circa trecento dipendenti in meno, che i dirigenti sono soltanto quattro e che gli impiegati sono la metà rispetto a quelli di UM. «Ma il portafoglio servizi fiorentino - affermano Santucci&Partners e Ferruccio Bufaloni - è assai diversificato: Ataf, infatti, sviluppa una produzione di circa 100 milioni con 1.200 dipendenti e nel 2012 ha avviato un percorso di privatizzazione. La sua struttura patrimoniale è profondamente diversa visto che l'azienda fiorentina ha un rapporto tra produzione e capitale investito pari a 3, mentre Umbria Mobilità non riesce a raggiungere l'unità in ragione del rilevante impegno su Roma e del consistente patrimonio immobiliare. La differenza - affermano - è che Ataf a parità di mezzi propri riesce ad operare senza debito finanziario, mentre la società umbra ha bisogno di 120 milioni di euro. La privatizzazione di Ataf - aggiungono - è avvenuta scorporando in una società integralmente detenuta (al 100%) il ramo d'azienda dedicato al trasporto pubblico». La strada maestra è segnata, ma il percorso è ancora pieno di ostacoli.