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Data: 01/02/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Sanitopoli in Abruzzo - «Mai preso soldi, dalla mia ex solo fango» Parla l’onorevole Aracu imputato: da Angelini ho ricevuto solo un Rolex in regalo non tangenti, accuse false da Maurizio

LA DEPOSIZIONE Angelini voleva il partito in mano I “pizzini” erano un memorandum La cartolarizzazione? Non so cosa sia

PESCARA «Vincenzo Angelini non mi ha mai portato un euro e né gliel’ho chiesto». «Ma come», ribatte il pm Giampiero Di Florio a Sabatino Aracu che sta deponendo nel processo sanità: «Sua moglie Maria Maurizio ha raccontato che occorreva chiudere la cassaforte con una spallata per quanti soldi ci fossero?». «Tutte falsità», si scalda Aracu, «solo fango da mia moglie». E’ il mese chiave, quello di gennaio per il processo sanità, perché in questo periodo al banco dei testimoni stanno arrivando i protagonisti dell’inchiesta: se mercoledì è stato il turno dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco, ieri è toccato all’onorevole del Pdl Aracu – «ancora per poco», ha precisato – prendere posto ed essere interrogato dai pm Di Florio e Giuseppe Bellelli. «Maurizio dice falsità». Aracu è finito tra i 25 imputati tirato in ballo dalle dichiarazioni dell’ex moglie che, in un memoriale consegnato alla procura, ricostruì parte dei 980 mila euro di presunte tangenti che l’allora marito avrebbe preso dall’ex titolare di Villa Pini. E’ dalla donna, che ha già deposto confermando quelle presunte buste di soldi, che l’onorevole si è difeso: «Ma quale accusatrice», ha detto, «quella ha bisogno di aiuto». Come si sono svolti i fatti per Aracu? «Ho avuto rapporti con Angelini quando ero coordinatore regionale di Forza Italia», ha iniziato Aracu accusato di associazione per delinquere, truffa, abuso, tentata concussione e concussione. «Ma non volevo parlare con Angelini», ha spiegato, «perché sapevo che voleva fare pressioni su di me sull’assessore alla sanità: a lui non andava bene Erminio D’Annunzio, proposto da noi per la sua grande esperienza. Mi disse che non gli stava bene perché lavorava per il suo peggior nemico, Pierangeli». «Angelini portò la porchetta». Aracu, prima di affrontare il capitolo delle presunte tangenti, ha raccontato della situazione della sanità in Regione, della girandola di assessori sotto la giunta dell’ex presidente Giovanni Pace (assolto nel processo, ndr), di un Angelini che «si credeva il numero uno, che capiva tutto lui di sanità, che si presentava da me presto e fumava il sigaro in casa. Ma lo sapete?», si è rivolto Aracu al collegio presieduto da Carmelo De Santis, «che in una mia convention Angelini portò i suoi dipendenti e fece trovare la porchetta? Ho saputo dopo che era stato lui a portarla, voleva ingraziarmisi». «Solo un Rolex in regalo». Il pm Di Florio domanda ad Aracu se ha ricevuto regali dall’ex titolare di Villa Pini e lui risponde di aver ricevuto un Rolex – «di scala bassa, un gesto di simpatia che gli dissi di non ripetere», ha precisato – «ma per il resto non mi ha portato niente». Fu proprio Angelini, in un’udienza furibonda, a ricordare di aver pagato Aracu – «diceva siamo potenti e tu devi pagare», disse – una versione smentita dall’onorevole: «Non mi ha mai dato niente, non hai mai detto le date delle dazioni. Maurizio dice che prendevo soldi? Non è vero». «Ma quale cena dei pizzini?». Sull’appunto trovato con nomi e cifre e che, secondo l’accusa, Aracu avrebbe passato all’ex assessore Vito Domenici durante un pranzo a Roma anche alla presenza della moglie, Aracu si è difeso: «Era un memorandum perché ho l’abitudine di segnarmi i nomi di chi devo chiamare e di spuntarli quando l’ho fatto. L’hanno chiamato pizzino ma figurarsi: se c’era l’ok voleva dire che li avevo chiamati. Fabio Maresca? Non avevo motivo di prendere soldi in nero visto che il mio plafond era vuoto». Sulla prima cartolarizzazione Aracu ha detto «non so neanche cosa sia» e sulla disponibilità di 380 mila euro in contanti con cui avrebbe pagato parte della casa in via Fabrizi, si è difeso: «Guadagnavo 18 mila euro al mese». «Angelini voleva Forza Italia». Infine, il pm ha domandato all’imputato se era al corrente di un finanziamento da 500 mila euro di Angelini a Forza Italia: «Non l’ho saputo da lui», ha risposto, «in quel periodo non parlavo con Angelini perché diceva in giro di volermi fare fuori dalla politica. Faceva parte di un fronte insieme a Vito Domenici e Ciarrapico che mi voleva fare la pelle. Angelini voleva FI in mano», ha concluso, «voleva un coordinatore vicino a lui». L’esame di Aracu proseguirà l’8 febbraio.

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