PERUGIA - Oltre 123 milioni di euro di debiti. Riuscirà Umbria Mobilità a sopportare il peso di questi numeri "monstre"? Anche il presidente - in carica da novembre - Lucio Caporizzi, sembra avere qualche dubbio. Almeno a guardare le dichiarazioni che ha rilasciato al quotidiano il Sole24Ore . A tutto questo si aggiunga un bilancio 2012 in perdita e una situazione che Caporizzi non esita a definire «a dir poco critica». La Giunta di Perugia, un paio di giorni fa, aveva addirittura parlato «rischio fallimento» senza che dovrà essere approvata oggi dal consiglio comunale ( vedi articolo in basso ). Il quadro che dipinge Caporizzi è nerissimo. «Già in estate la crisi di liquidità era evidente - ha spiegato - e finora solo la Regione, che ha il 20% delle quote azionarie, ha sottoscritto e versato la sua quota capitale, pari a circa 5 milioni. Ma non posso negare che la situazione è a dir poco critica. L'indebitamento è di 33 milioni nei confronti dei fornitori e 90 milioni verso le banche, anche se in questa quota sono compresi i mutui per gli investimenti». In tutto fanno 123 milioni di debiti, un macigno. Il nuovo bilancio, quello del 2012, non è stato ancora depositato, ma sarà in perdita. «Il problema è prettamente finanziario - ha proseguito Caporizzi - ed è dovuto principalmente al fatto che abbiamo attività a Roma, in quanto soci di un Ati che ha vinto commesse nella Capitale e che non si è mostrata un buon pagatore. Il credito complessivo vantato dal Comune e dalla Regione Lazio e dalla società di cui siamo soci al 33%, Roma Tpl Scarl, è di circa 60 milioni. Ci siamo preoccupati di stendere un piano di rientro con i nostri soci e ora attendiamo gli esiti positivi che però si vedranno nel medio-lungo periodo ». E nel breve? La speranza è la lettera di patronage degli enti soci e necessaria per (ri)aprire le porte delle banche per ottenere un prestito ponte da 25 milioni di euro. Ossigeno. Caporizzi, a fine intervista, lascia un pensiero che in molti, in questi mesi, hanno fatto e mai detto. Alla domanda sul “peccato originale”, ovvero sulla fusione tra le quattro aziende di trasporto regionale (Apm, Atc, Spoletina e Ferrovia centrale umbra) che potrebbe essere stata un’occasione per “riversare” in Umbria Mobilità alcuni debiti pregressi di alcune società, Caporizzi preferisce non rispondere ma una cosa, a latere, la dice: «Nella fusione, probabilmente, all’epoca non fu messa tutta la necessaria attenzione».
ALLARME SINDACATI «Ogni mese - ha detto Gianluca Giorgi, segretario regionale della Fit-Cisl - è una tombola. Non si sa mai se ci saranno o meno i soldi pe pagare i fornitori del carburante. Si rischia di rimanere a secco e magari di non accendere i motori una di queste mattine. Ogni giorno davanti alla sede dell’azienda - strada Santa Lucia - è un via vai di fornitori che bussano per chiedere il conto. Lo spettro di fare la stessa fine di Napoli - stop ai bus dall’oggi al domani - sembra non essere così lontano.