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Data: 05/02/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
Amtab, debiti con banche e fornitori "Trasporto locale a rischio paralisi"

NON siamo all'emergenza che ha paralizzato i trasporti locali a Napoli. Di questo passo, però, il rischio potrebbe diventare concreto. «La situazione dell'Amtab è sotto controllo», assicura da Palazzo di Città l'assessore alle aziende Alfonso Pisicchio. I numeri dell'azienda di trasporto urbano, di cui il Comune controlla l'intero pacchetto azionario, sono però da incubo. Si apprende, per esempio, che la società che fornisce il carburante ha totalizzato crediti per poco meno di 1,5 milioni di euro. L'aspetto più grave e problematico, però, rimane l'esposizione bancaria, che ha raggiunto i 7 milioni di euro. Una cifra che non soltanto non consente alla società di attivare altre linee di credito, necessarie per poter operare, ma che costa anche 450mila euro l'anno di interessi passivi. Si racconta che già a metà gennaio, il fornitore di carburante abbia minacciato di interrompere l'erogazione e che soltanto l'intervento tempestivo del presidente Tobia Binetti abbia evitato il peggio. Non ci fosse riuscito, gli autobus sarebbero rimasti fermi. Decisiva, da questo punto di vista, è stata la decisione dell'amministrazione comunale di riconoscere e liquidare all'azienda alcuni crediti pregressi, come quello per il trasporto alunni. Si è trattato di una manovra di emergenza. La gravità della situazione non sfugge all'assessore Pisicchio, che ha messo a punto un provvedimento tampone, in attesa della ristrutturazione dell'azienda. La delibera, che approderà in consiglio comunale, permetterà all'Amtab di azzerare l'esposizione bancaria e di attivare nuove linee di credito. Un po' di ossigeno, in attesa di una riorganizzazione non più rinviabile. Fra i nodi da sciogliere, i proventi della gestione delle aree di sosta. L'Amtab trattiene soltanto le spese di gestione, ma gli utili vanno a Palazzo di Città. «Lo prevede il codice della strada», precisa l'assessore Pisicchio. L'interpretazione della legge non ha mai convinto del tutto i vertici dell'azienda. Fin dai tempi del precedente consiglio di amministrazione, quello guidato da Antonio Di Matteo (poi commissariato), la destinazione degli incassi derivanti dalla gestione delle aree di sosta è sempre stata controversa. «La destinazione al Comune degli utili della sosta - dice Di Matteo, da poco passato al Pd - sarebbe corretta se l'Amtab si limitasse a svolgere il ruolo di esattore. L'azienda, invece, gestisce in toto le aree di sosta, quindi come chiarito in passato dalla Corte dei Conti avrebbe diritto a incassare gli utili. Quei soldi consentirebbero all'Amtab di andare avanti senza problemi». Adesso che è un semplice osservatore, Di Matteo vuole evitare qualsiasi polemica. «Nessun dubbio sul fatto che le aziende comunali debbano restare pubbliche - spiega - Occorre però un chiaro indirizzo di politica industriale per evitare che le società vengano concepite come contenitori di consenso elettorale. I sindacati, poi, devono tornare a essere portatori di interessi generali, abbandonando ogni tipo di corporativismo. Infine, bisogna attaccarei costi impropri del lavoro». Il pensiero va all'assenteismo, che all'Amtab tocca una percentuale a due cifre. «Il costo medio annuo di un punto percentuale di assenteismo è di 140mila euro», sottolinea Di Matteo. Moltiplicando per 12, si capisce qual è zavorra che appesantisce l'Amtab.

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