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Data: 05/02/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Aereo fuori pista a Roma L’ipotesi è disastro colposo. I sindacati: regole per i subappalti. Il Codacons diffida l’Enac: informare gli utenti

La compagnia di bandiera sospende i voli Carpatair sino alla fine delle indagini

ROMA È disastro colposo l’ipotesi di reato nell’inchiesta aperta dalla procura di Civitavecchia sull’incidente dell’Atr72 uscito di pista all’aeroporto “Leonardo da Vinci” sabato scorso, mentre era in fase di atterraggio. Nelle mani del procuratore Gianfranco Amendola da ieri c’è il rapporto inviato dagli investigatori della polizia di Fiumicino, che hanno completato i verbali degli accertamenti e delle deposizioni di tutti i testimoni, ascoltati a partire da sabato, pochi minuti dopo l’incidente. Le due scatole nere (flight recorder e voice recorder) presenti a bordo dell’aereo sono già state prelevate, così come saranno acquisite le registrazioni dei dialoghi tra l’aereo e la torre di controllo, determinanti per accertare la correttezza delle informazioni fornite ai piloti dopo le accuse della compagnia Carpatair sulla presunta mancata comunicazione all’equipaggio del wind shear, un improvviso rovescio della direzione del vento. Il fenomeno risulterebbe segnalato sul bollettino (metar) di Fiumicino sulla pista 16 left, quella dell’impatto, ma saranno le inchieste (quattro quelle in corso, aperte da procura, Enac, Agenzia nazionale sicurezza del volo e Alitalia) a fare chiarezza sulle reali condizioni meteo al momento dell’incidente e sulle cause che hanno determinato il drammatico fuori pista. «Io non ho mai parlato di wind shear, ho solo detto che c’era vento, ma che era nei limiti – ha chiarito ieri Vitaliano Turrà, direttore Enac di Fiumicino, chiamato in causa della compagnia – Se c’è stato qualcosa, è stato certamente segnalato. Il pilota viene costantemente informato sulle condizioni meteo, è lui poi a decidere eventualmente di dirigersi altrove anche in relazione ai limiti dell’aeroplano». Il velivolo, ora sotto sequestro, volava dal 1997, quasi sedici anni, ed era stato immatricolato per la prima volta da una vecchia compagnia Usa, la Simmons Airlines. È stata la magistratura, domenica, ad autorizzare la rimozione della livrea della compagnia di bandiera. Alitalia, intanto, ha annunciato di aver sospeso i voli effettuati da Carpatair fino alla conclusione delle indagini: è stato l’amministratore delegato Andrea Ragnetti ieri a informare i sindacati durante un incontro sulla situazione della compagnia romena. «Ma non basta – ha detto il segretario Filt-Cisl Mauro Rossi – continuiamo a nutrire enormi perplessità sulla cessione di attività Alitalia a vettori terzi. Serve un intervento regolatorio». Le polemiche sul contratto di wet lease (noleggio di aereo ed equipaggio) non accennano a placarsi e riguardano non solo il subappalto a compagnie e personale stranieri da parte di Alitalia, ma anche la mancanza di informazioni trasparenti ai cittadini. Il Codacons ha diffidato ufficialmente l’Enac «perché sia immediatamente imposto ad Alitalia e a tutte le compagnie aeree di indicare chiaramente all’acquisto del biglietto il nome del vettore che eseguirà il collegamento» e presenterà un esposto alla procura in cui si chiede di accertare se si possano configurare illeciti come truffa o frode. «Il contratto originario prevedeva che la Carpatair dovesse collegare Italia e Romania, invece fa rotte interne con biglietti venduti a prezzo pieno, con un vantaggio nullo per l’utente e un risparmio solo per l’azienda» denuncia Antonio Di Vietri, presidente dell’Avia, l’associazione degli assistenti di volo. «La Cai ha messo la gente in cassa integrazione pagata da tutti noi e fa lavorare gli stranieri con ulteriori sovvenzioni» accusa Di Vietri, sottolineando che la hostess rimasta ferita (ieri dimessa dall’ospedale Gemelli) al momento dell’impatto probabilmente non aveva la cintura allacciata. Il contratto va rescisso immediatamente, chiede l’Usb: «Quelle linee devono tornare in Italia».

Guzzini: «Amici di Alitalia, così non va»
L’imprenditore marchigiano

Meno di un mese fa, il 17 gennaio, era stato l’imprenditore Adolfo Guzzini a guidare la rivolta dei passeggeri dell’Atr 72-500 Ancona-Roma (Alitalia operato da Carpatair) decollato da Ancona e tornato indietro dopo 45 minuti, caos e un malore a bordo, perché in cabina faceva troppo caldo. «Bastava tranquillizzare i passeggeri, ma nessuno ci ha detto niente». Due settimane prima c’era stato un altro «inconveniente tecnico» sullo stesso volo, con Guzzini a bordo (15 gli episodi segnalati fra il 29 dicembre e il 16 gennaio). Guzzini aveva preannunciato un’azione legale contro Alitalia. Ha rinunciato. Ma ora dice ai suoi «amici imprenditori che guidano Alitalia»: «Capisco le economie di scala, ma non si mette a rischio la vita delle persone. E non si può nascondere all’utente finale che volerà Carpatair, anche se ha comprato un biglietto Alitalia».

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