A RUOTA LIBERA Spara una bordata contro il capo dello Stato dopo aver esordito: «Non parlerò della nostre liste a Camera e Senato»
«Candidato trasparente». Renzo Di Sabatino, in corsa al Senato per il Pd, si definisce così dopo l'adesione alla campagna nazionale "Riparte il Futuro" promossa dal Gruppo Abele e da Libera. Il candidato ha sottoscritto l'appello, condiviso da altri 370 aspiranti parlamentari tra cui quattro abruzzesi, contro la corruzione e per la trasparenza. L'impegno preso dai firmatari e di mofidicare, entro i primi cento giorni della legislatura, le norme sugli intrecci politico-mafiosi e a rafforzare le misure anticorruzione. I futuri parlamentari che aderiscono alla campagna, devono pubblicare curriculum, situazione patrimoniale e reddituale, incarichi professionali e potenziali conflitti d'interessi. Nei prossimi giorni il canditato termano riceverà il braccialetto bianco simbolo dell'iniziativa con la sciritta "#100 giorni". L'adesione di Di Sabatino è on line sul sito www.riparteilfuturo.it. «Trasparenza sempre, ce lo chiedono i cittadini», afferma, «la sfida del rinnovamento e della buona politica inizia anche da qui». Il candidato invita gli altri aspiranti parlamentari abruzzesi a sottoscrivere l'impegno anticorruzione. (g.d.m.)
TERAMO Un riconoscimento a Franco Marini e un attacco frontale a Giorgio Napolitano. Marco Pannella da Teramo lancia due pietre nello stagno della politica nazionale in preda alla campagna elettorale. Il leader radicale, capolista alla Camera, affiancato dai candidati teramani di "Amnistia Giustizia Libertà" Orazio Papilii, Vincenzo Di Nanna e Renato Ciminà, al primo posto per il Senato, spiazza subito tutti. «Non parlerò delle nostre liste», esordisce, «ma fotograferò il contesto nel quale il testo radicale continua a essere scritto». Pannella, con lo stile comunicativo che ha contribuito a renderlo un personaggio, spazia sul fronte dei temi cari al radicalismo transnazionale e non rinuncia a qualche colpo a effetto. «Mi esprimo a favore di Franco Marini come prossimo presidente della Repubblica», spiega, «per lui lo farei anche se non fossimo bestie dello stesso territorio». Il rispetto nei rapporti con la vecchia classe dirigente democristiana trapela anche dalle parole dedicate ad Antonio Tancredi: «Prima di andarsene ha dimostrato quanto la storia radicale e mia non sia estranea alla religiosità». Pannella cita anche Paolo Tancredi, candidato alla Camera del Pdl: «Sono contento per lui, perché l'ha scoperto prima del papà e ha la doppia tessera». Con la sinistra, invece, il rapporto resta critico, polemico. Tanto che il leader radicale prende di mira addirittura il capo dello Stato. «Napolitano», afferma, «andrebbe messo sotto accusa per attentato alla Costituzione». I temi dell'amnistia, della giustizia e della libertà caratterizzano non solo la campagna elettorale ma la storia del partito radicale. «Lo Stato è deplorato dalla giurisdizione europea», sottolinea il leader, «per precise denunce sulla violazione dei diritti umani». Pannella ricorda le battaglie referendarie, in particolare quella sul divorzio combattuta contro l'allora Pci che temeva la sconfitta e la rottura del fronte formato dalla classe contadina cattolica e la classe operaia socialista: «Dei loro compagni non sapevano un c...», sbotta. Il leader candidato snocciola il suo pensiero sulle tracce che gli sono più care quando accusa l'antifascimo di essersi trasformato in "partitocrazia fascista" e nel gioco di parole che associa la sinistra a "pulizia" come "polizia". Pannella si commuove citando il suo maestro Ernesto Rossi, che in carcere sotto il regime fascista scrisse insieme ad Altiero Spinelli il "manifesto di Ventotene", e vede in questa campagna elettorale l'ennesimo tentativo di cancellare la «singolarità e alterità radicale». Ironizza su «Tonino Di Pietro in Ingroia» e dall'Abruzzo si aspetta «qualcosa di cui essere fieri»: l'elezione di almeno un parlamentare.