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Pescara, 19/12/2025
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Data: 06/02/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sulla legge elettorale, il Pd va all’attacco. D’Alessandro: «E’ fatta per salvare il Pdl appoggiato da Prc e Pdci»

L'AQUILA Un pasticcio che condannerà la Regione all'ingovernabilità perché basteranno un paio di consiglieri a tenere in pugno le future maggioranze e a causare un'instabilità permanente. Ne è convinto Camillo D'Alessandro, capogruppo Pd alll’Emiciclo, che boccia la bozza di nuova legge regionale che approderà in assemblea alla ripresa dopo la parentesi elettorale. E' un'accusa che D'Alessandro rivolge in particolare al Pdl che tenterebbe di arginare il frazionamento al suo interno con una legge «buona a recuperare gruppi e gruppetti che stanno mettendo in crisi il centrodestra. Si offre loro la possibilità di competere con la prospettiva concreta di ottenere una rappresentanza anche minima in Consiglio regionale. In questo il Pdl può contare sull'appoggio dei piccoli partiti come Prc-Rifondazione comunista, Pdci e Verdi».
SOSPIRI REAGISCE
Insomma tutti contro il Pd e gli emendamenti proposti dal suo capogruppo. Accusa pesante che Lorenzo Sospiri, presidente Pdl della commissione per lo Statuto e la legge elettorale, ribalta sul centrosinistra: «Noi non abbiamo problemi, se la maggioranza del Consiglio vuole aumentare la soglia sbarramento, per noi andrà benissimo. Il problema, invece, è tutt'interno al centrosinistra dove i piccoli partiti, da Rifondazione, ai Comunisti, all'Italia dei valori, ma anche l'Udc e i Verdi, vogliono una soglia di sbarramento bassa perché temono di non essere rappresentati nella prossima assemblea regionale. E' D'Alessandro che deve risolvere questo problema, perché è lui che teme condizionamenti futuri. Per noi, ripeto, va bene qualsiasi soluzione, siamo un partito del 20%, siamo tranquilli. Eppoi, quale frazionamento? I frazionamenti al nostro interno non c'erano quando abbiamo proposto la nuova legge elettorale regionale».
L’EMENDAMENTO
Ma in che cosa consiste l'emendamento D'Alessandro? Semplice: innalza lo sbarramento. Un partito in coalizione deve raggiungere il 4% per essere rappresentato, e la coalizione almeno il 6%. In questo modo, stabilità assicurata: diciotto consiglieri alla maggioranza, dodici all'opposizione più il presidente neoletto. E' su queste percentuali che è iniziata la guerra: «Me li sono ritrovati tutti contro: centrodestra e centrosinistra -afferma il capogruppo Pd- Così non va, hanno detto, ed è cominciato il balletto. Prima è arrivata la proposta di Lanfranco Venturoni (il capogruppo Pdl; ndr) con una mediazione che sembrava accettabile: sbarramento al 3% per il singolo partito in coalizione e al 5% per la coalizione. Si poteva trattare, ma anche queste soglie non sono andate bene e si è tornati al 2% e al 4%. Ridicolo, con buona pace per la stabilità. Il pericolo non sono tanto i piccoli partiti con cui è sempre possibile un confronto politico, quanto le liste civiche i cui eletti rappresenterebbero soltanto se stessi con tutte le conseguenze che si possono immaginare».

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