ROMA Dopo il furto (politico) con destrezza, adesso però viene il bello: riuscire a riempire San Giovanni, la piazza della sinistra. Quella dei funerali di Togliatti e Berlinguer, ma anche il teatro all’aperto del rituale concertone ultra-pop del 1° Maggio. Beppe Grillo ha scelto questo luogo - così caro all’immaginario collettivo e toponomastico della gauche italiana - per chiudere il suo Tsunami tour. L’appuntamento è per il 22 febbraio, a partire dalle 18, con l’obiettivo di finire nei primi titoli di tutti i telegiornali serali. Anzi, lo Staff del guru del M5S è al lavoro per ”cedere” una parte della diretta alla Rai o a Sky, usufruendo degli spazi-tv concessi nell’ultimo giorno utile ai capi delle coalizioni.
Ma il problema rimane. E cioè: cercare di coprire ogni metro quadrato dell’enorme piazza. Perché un discorso è portare 10.000 persone nella Stalingrado di Parma, come accaduto domenica sera, e un altro è non creare buchi all’ombra della basilica di San Giovanni Laterano, con tutte le telecamere puntate. Ecco perché, per caricare le truppe, ieri il comico-leader si è lanciato in un appello via web. Un richiamo, che sembra un po’ quello della foresta, rivolto alla «nostra comunità». Serve dunque un ultimo, ma «imponente sforzo», per riempire la piazza rossa. «Sarà il nostro piacere-day: una manifestazione storica che se la ricorderanno per anni».
Grillo è un uomo di spettacolo, quindi sa anche che dovrà creare un evento nell’evento per permettere a tutti di arrivare piano piano all’appuntamento. Non a caso gli uomini di Casaleggio sono già al lavoro per creare una sorta di scaletta. Prima e dopo il comizio finale, infatti, si esibiranno sul palco diverse gruppi pop e rock. Un modo per catturare ancora di più quell’elettorato giovanissimo che sembra molto ingolosito dalla proposta elettorale del M5S. Già, ma chi pagherà l’allestimento di questo maxi show? Di sicuro il Movimento, attraverso la raccolta di fondi lanciata via web. E non è casuale l’annuncio fatto sempre ieri a margine della chiamata alle armi: «Abbiamo più di 400.000 euro donati da circa 9.000 persone. 45 euro a testa. Non ci sono grandi cifre quindi non c’è niente dietro. Sarà pubblicato tutto».
L’invito alla mobilitazione per la ”marcia su Roma” è stato accolto sul sito del Capo da oltre seicento messaggi. E proprio leggendoli si capisce come la mobilitazione sia massima, stile vecchi partiti, seppur con la forma liquida del web. Gli attivisti di Firenze e Bologna avvertono che «sono già aperte le adesioni per i pullman». C’è chi cerca «un passaggio da Savona» e chi organizza carovane di auto dall’Umbria o dalla Campania. Da Catanzaro, invece, tagliano corto così: «Troppo lontano, allestiremo un maxi-schermo in piazza Brindisi». Il Lazio è allertato. A Roma il passaparola è vertiginoso, per questa giornata dell’orgoglio grillino. E intanto c’è anche chi già dice presente, premettendo che «noi siamo trentadue e arriveremo tutti in bici».
L’obiettivo di Grillo è toccare quota un milione di persone, ben contento di crogiolarsi nel solito balletto di cifre con la questura. Ecco perché, nella speranza di contraddire l’antico motto di Nenni «piazze piene e urne vuote», la festa è aperta a tutti. Anche a Casa Pound, il movimento di estrema destra con cui il comico ha flirtato durante la presentazione delle liste. Ci saranno pure i fascisti del terzo millennio nella piazza rossa? Simone Di Stefano, candidato alla presidenza della Regione Lazio per Casa Pound, dice: «Se Beppe ci inviterà saremo ben lieti di presentarci anche noi al suo comizio per ascoltarlo».