I sondaggi non vanno solo letti, vanno anche interpretati. Lo sa bene Silvio Berlusconi che alcune settimane fa, quando la sua rimonta era appena all’inizio e nulla lasciava presagire che sarebbe stata così corposa, spiegò che «non bisogna guardare al distacco, ma alle tendenze. E le tendenze ci dicono che il centrosinistra è in calo, mentre il Pdl è in crescita». E così anche l’ultima delle rilevazioni consegnate agli italiani dai vari istituti demoscopici racconta una verità a due facce. Stavolta non si tratta solo di intenzioni di voto, ma anche di credibilità delle promesse elettorali. E quella che sembra una cattiva notizia può nasconderne un’altra molto più positiva. Secondo Demopolis, la «proposta-shock» del Cavaliere di restituire l’Imu pagata nel 2012 per la prima casa viene considerata dalla «larghissima maggioranza» degli italiani «non credibile». Eppure, nelle prime rilevazioni post-annuncio il Pdl ha guadagnato un altro punto e mezzo percentuale. Era al 18,6% prima di domenica, è salito al 20% dopo lo show milanese del Cavaliere. Una correlazione apparentemente inspiegabile, ma più comprensibile se si considera che storicamente il Cavaliere è sottostimato nei sondaggi. La gente, cioè, si mostra scettica sulle sue proposte. Per la precisione giudica quella sull’Imu nel 51% dei casi non credibile e nel 34 auspicabile ma non realizzabile. Ma poi nell’urna decide comunque di accordare fiducia al leader del Pdl. Un andamento che, se confrontato con tutte le rilevazioni a disposizione, sta cominciando a far diffondere nelle file del centrodestra la speranza che la «missione impossibile» sia per la prima volta davvero a portata di mano. Prima di domenica le intenzioni di voto ipotizzate dai vari istituti non erano poi così distanti. Se la Ghisleri di Euromedia, la sondaggista di fiducia del Cavaliere, parlava di soli 2,6 punti di distacco tra le due coalizioni, Tecnè per Sky Tg24 allargava la forbice a 4 punti percentuali. Un divario che si sarebbe ulteriormente ridotto dopo la proposta sull’Imu e che quindi sarebbe più che colmabile nei 18 giorni che separano dal voto. Al punto che lo stesso Berlusconi sprizza ottimismo: «Ormai siamo in corsia di sorpasso», ha spiegato a Studio Aperto, aggiungendo che «i sondaggi, ufficiosi e non ancora ufficiali, ci mostrano vicini, e qualcuno addirittura in certe regioni ci dà alla pari con la sinistra. Confidiamo che nelle prossime settimane, anche via via che il nostro impegno sull’Imu sarà conosciuto dagli italiani e sarà dimostrato che è assolutamente credibile, saranno ancora di più i voti che si sposteranno a nostro favore». Una convinzione, quella del Cavaliere, che prende le mosse ancora una volta dalla rilevazione di Demopolis. Secondo la quale, al momento, il Pdl è il partito che riscontra oggi una minore fedeltà rispetto al 2008: appena 43 su 100 confermerebbero il voto delle precedenti elezioni, 22 sceglierebbero un’altra lista, 35 sono ancora incerti o potenziali astensionisti. Ed è proprio in quel bacino che il Cav vuole andare a pescare. Non a caso ieri ha rinnovato l’invito a Giannino a ritirare la sua lista «perché sottrae voti ai moderati». Un 1,4%, tanto vale per i sondaggi Fare per fermare il declino, che alla fine potrebbe rivelarsi determinante. Berlusconi non ha comunque intenzione di mollare la presa. La proposta sul condono globale non ha incontrato i favori di alcuni alleati, come la Lega e Fratelli d’Italia, che spiegano di essere «contrari ai colpi di spugna» e rivendicano che di condono «nel programma non c’è traccia». E così il Cavaliere ha preferito articolare meglio la promessa di restituzione dell’Imu. Ha ribadito ancora una volta che i soldi potrebbero arrivare da un accordo fiscale con la Svizzera o in alternativa essere anticipati dalla Cassa depositi e prestiti, ha spiegato che i cittadini potranno ottenere il rimborso andando alle Poste o vederselo accreditato sul conto corrente e ha assicurato che tutta l’operazione «sarà completata di sicuro entro giugno». In serata, poi, ha continuato il suo tour televisivo a Ballarò, dove si è scontrato con il conduttore Floris su riduzione delle tasse, coperture e alleanze: «Se nei precedenti governi non mi sono occupato di tasse - ha spiegato - è perché ho avuto altre priorità, emergenza rifiuti a Napoli, terremoto a l’Aquila, lotta alla criminalità». «Basta dare voti ai piccoli partiti- ha concluso - altrimenti sarà sempre impossibile governare». Alla fine mima un pugno in faccia al conduttore. Poi, però, lo abbraccia e lo saluta con un bacio: è la nuova tattica di Silvio, discutere, alzare la voce, ma mai perdere la calma e «irretire» l’avversario con una battuta, come quando Floris ferma gli applausi e lui replica con un «ma io sono irresistibile». Una strategia che per adesso sta dando i suoi frutti.