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Data: 07/02/2013
Testata giornalistica: La Nazione
Il voto sale sul bus. Il caso Ataf di Firenze

NON HA PACE l'Ataf, neanche dopo la tanto contestata privatizzazione. La società che prima era in mano ai comuni (con Firenze al comando) è passata da giugno sotto il controllo delle Ferrovie dello Stato. E' la prima volta che le Fs entrano nel trasporto urbano su gomma, una sfida che il gruppo guidato da Moretti lancia da Firenze per allargarla, pare, al resto d'Italia. In occasione della privatizzazione le cronache dei giornali riportavano le rassicurazioni societarie sul fatto che non vi sarebbero state conseguenze negative per i 1255 dipendenti di Ataf, né per gli utenti. I primi segnali tuttavia sembrano smentire quella fiducia. Prima è esplosa la grana dei 59 esuberi tra gli autisti, poi risolta. Quindi la chiusura della mensa aziendale (Ataf ha assicurato che riassorbirà i 10 addetti). Ma non è finita: ora ci sono i 109 esuberi tra gli operai e gli amministrativi. «C'è il rischio di una vera e propria macelleria sociale» è l'allarme dei sindacati, che chiedono di attingere subito al fondo salva esuberi regionale. Sullo sfondo di tutto ciò c'è il rischio - o forse la certezza - dell'aumento del biglietto a un euro e 50 centesimi, per far quadrare i conti. L'alternativa sarebbe ridurre ancora il servizio ma la Provincia ha già detto che più di così non si può tagliare. A quando l'aumento? Sembrava immediato ma ci sono le elezioni in arrivo, dicono i maliziosi. Meglio rimandarlo a dopo il voto.

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