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Data: 07/02/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi «Sinistra cialtrona. Conflitto d’interessi la legge c’è già». L’ex premier ostenta sicurezza sul sorpasso. Nei dossier di palazzo Grazioli in bilico anche Friuli e Calabria

ROMA «Gli altri non hanno niente da dire, sono dei cialtroni». «La sinistra inciucia con Monti. Chi vota per Monti, Fini e Casini vota per Bersani». Ma anche: «Se vinciamo, nessuna nuova legge sul conflitto d’interessi, perché quella che c’è già funziona e io non intendo affidare Mediaset ad alcun blind trust». In compenso, i due decreti legge da fare subito, il giorno del primo Consiglio dei ministri, sono l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e restituire l’Imu stessa a chi l’ha già pagata «o non mi chiamo più Berlusconi... mi chiamerò Giulio Cesare!». Silvio Berlusconi anche ieri è andato avanti lancia in resta contro il centro, la sinistra e i «partiti piccoli che danneggiano l’Italia».
LA RIVOLTA DEI PICCOLI

La giornata comincia male, arrivando in ritardo all’appuntamento con i microfoni di Radio 24, e finisce peggio, battibeccando con Enrico Mentana che lo ospita negli studi del tg de La 7. «Mancano 17 giorni al voto e non vi dico cosa mi fanno fare: sono schiavizzato, martedì ho fatto otto interviste a televisioni locali più Ballarò», si sfoga all’ora di pranzo davanti alla platea dell’Ance. La verità è che dentro la coalizione di centrodestra il mare è mosso, se non agitato: l’altro ieri i distinguo della Lega di Maroni (e, soprattutto, di Tosi), ieri quelli della neo-formazione Fratelli d’Italia, i cui principali esponenti – da Ignazio La Russa a Giorgia Meloni, passando per Guido Crosetto – hanno sparato ad alzo zero contro Berlusconi che continua a ripetere che «non bisogna votare i piccoli partiti». Solo il mitico, se non fantomatico, sorpasso in cui Berlusconi crede ciecamente, potrebbe sanare tante ferite.
I SONDAGGI

I sondaggi che gli sforna settimanalmente Alessandra Ghisleri, guida del team di Euromedia Research, gli stanno dando la carica giusta: «Ci danno solo a due punti in meno rispetto al centrosinistra e io penso che la rimonta già c’è». La Pizia dell’ex-premier prova a smussare: «I nuovi sondaggi saranno pronti oggi, ma quello che per un politico vale per un giorno, un cittadino ci mette un mese a elaborarlo e questa campagna elettorale è brevissima. In ogni caso – assicura la Ghisleri – anche se tra me e altri colleghi il divario tra le due coalizioni è più ampio, la forbice resta del 2,5-3,0% al massimo ed è tutta recuperabile». Dalla war room di Arcore arriva un boatos: non solo Lombardia, Veneto e Sicilia, ma pure Friuli e Calabria sarebbero tornate regioni contendibili al Senato. Non solo la Ghisleri, ma anche molti parlamentari – ieri, per esempio, il ligure Michele Scandroglio, in trasferta romana – sono sicuri che «gli indecisi voteranno per noi».
ALLARME GRILLO

A preoccupare i berluscones, in realtà, non è il Pd che, sempre per la Ghisleri, «ha già fatto il pieno dei suoi voti», e neppure i centristi, ma Grillo. «Parla agli astenuti, agli indecisi, ai fluttuanti ed è una vera macchina da guerra», sospirano i berlusconiani. Ieri mattina Berlusconi è stato anche dai costruttori edili, ma non ha voluto firmare il programma d’intenti che l’Ance gli ha sottoposto. Spiega Beatrice Lorenzin, una delle teste d’uovo del programma del Pdl: «Siamo d’accordo con le loro proposte e la crisi dell’edilizia è drammatica, specie nel Lazio, ma con Brunetta prima dobbiamo studiare le coperture, poi decidiamo se firmare l’appello». Il volto giudizioso del Pdl.

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