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Pescara, 19/12/2025
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Data: 07/02/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Mps, sequestrato il tesoretto scudato. L’accusa dei pm: frutto della truffa

SIENA Il tesoro da quaranta milioni di euro dei manager di Monte dei Paschi adesso è in mano alla procura di Siena. Sequestrato. Soldi che Gianluca Baldassarri, ex numero uno dell’area finanza Mps, e il suo vice, Fabrizio Toccafondi, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, insieme ad altri tre funzionari di società di brokeraggio, avevano scudato. Diciotto milioni sono di Baldassarri, dieci del suo vice Toccafondi. Dodici, invece, sono riconducibili agli altri tre manager. L’ipotesi è che possa trattarsi di ”superpremi”, o tangenti, incassati grazie alle operazioni sui derivati quelle che hanno portato Mps sull’orlo del baratro. Sono cinque i decreti di sequestro probatorio firmati dai pm Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso: titoli e soldi depositati presso banche e società fiduciarie. Che, secondo gli inquirenti, potrebbero essere stati accantonati anche con la presunta truffa sull’operazione Antonveneta, per la quale Mussari, Vigni e Rizzi sono indagati per manipolazione del mercato e falso in prospetto.
SOLDI SCUDATI
Durante le indagini sulla transazione Mps-Santander per Antonveneta, i militari guidati dal generale Giuseppe Bottillo si sono accorti che Baldassarri, negli ultimi dieci anni, aveva scudato circa 20 milioni di euro. Ma che il flusso di denaro era più intenso all’indomani dell’operazione Antonveneta, ossia dopo il 2007. Poi gli investigatori si sono accorti di decine di milioni erano stati ”rimpatriati”.
ENIGMA
Enigma Securities è una società di brokeraggio con sede a Londra. Ma è a Milano che si fanno gli affari ed è qui che muovono i primi passi Alexandria e Santorini, le due operazioni in derivati di Mps. Fabrizio Cerasani, socio fondatore e direttore di Enigma Securities Llp di Londra e legale rappresentante in Italia, è finito sotto accusa a Milano per appropriazione indebita. Per i pm, la società acquistava e vendeva titoli sui mercati Otc (over the counter), ossia non regolamentati, per conto di Mps e di sue controllate e collegate. Le operazioni Otc sono comuni sui mercati, ma quelle di Enigma, sarebbero state realizzate «a condizioni predeterminate e diverse da quelle realizzabili sul mercato, al solo fine di conseguire un profitto». Enigma, insomma, s’interponeva tra Mps e altre istituzioni finanziarie, comprava e vendeva prodotti realizzando un profitto che, per i pm, veniva poi diviso «con dirigenti infedeli di Mps». Un intermediario inutile, per creare fondi neri.
CINQUE PER CENTO
Sempre nell’ambito dell’inchiesta milanese salta fuori la società di intermediazione Lutifin. Che per Mps ha realizzato un’altra operazione in derivati alle Cayman con Dresdner Bank. E Antonio Rizzo, ex banker di Dresdner racconta di avere saputo che Baldassarri e il suo vice, Matteo Pontone, venivano chiamati «la banda del 5 per cento» perché prendevano una percentuale su ogni transazione effettuata grazie all’interposizione di un broker che incassava commissioni.

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