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Data: 08/02/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
«4 milioni di posti di lavoro» Poi Berlusconi frena: ipotesi

Il Cavaliere imita Pier Luigi e bacchetta Alfano: quando ti applaudono, ringrazia. Processo Mediaset, i legali chiedono
il legittimo impedimento per impegni tv

ROMA Silvio Berlusconi alza ancora una volta il tiro e lancia un’altra proposta shock. Questa volta, però, si tratta di un evergreen delle campagne elettorali del Cavaliere, i “milioni” di posti di lavoro. Nel 1994 si trattava di un milione appena, questa volta sono molti di più. Per la precisione si tratta di «quattro milioni di nuovi posti per i giovani» che il leader del centrodestra promette in caso di vittoria. «Nel primo Consiglio dei ministri – spiega l’ex premier - verrà votato un provvedimento che detasserà l’assunzione di nuovi collaboratori». Ergo, «se ogni impresa assumesse anche un solo giovane avremmo quattro milioni nuovi posti di lavoro». Poi, però, di fronte alle ironie degli avversari, nel corso della giornata Berlusconi prova ad aggiustare il tiro e dal palco di una manifestazione del Pdl a Roma, in un Auditorium della Conciliazione pieno come un uovo, rettifica: «Ho promesso 4 milioni di posti di lavoro? No. Ho tirato fuori un’ipotesi per vedere se c’è gente generosa e di buon cuore che può dare un mano. Era un tentativo per verificare se gli imprenditori che hanno aziende che funzionano assumono avendo dei vantaggi».
Ma quello che va in scena all’Auditorium romano è un vero e proprio one-man-show. Accolto da un tripudio di applausi scroscianti, inni cantati a squarciagola (quello nuovo del Pdl in testa) e cori da stadio (molto gettonato un evergreen della destra post-fascista e berlusconiana, “Chi non salta comunista è”), Berlusconi è tonico e in forma.
LO SHOW

Prima sfotte Bersani, imitandone l’accento emiliano: «Bersani anche oggi ha abbaiato», attacca, per poi aggiungere – provando, senza grande successo, a rifare la voce del suo avversario: «Mo’ Bersani ha detto una delle sue stronzate, ma quella di oggi è la più grossa». Dopo si dedica al segretario del Pdl. Alfano ieri è andato a Siena per organizzare una conferenza stampa provocatoria sempre nei confronti del Pd e per chiedere se è vero che Mussari ha versato 600 mila euro al Pd come donazione, ma Silvio finisce per strapazzare anche Angelino. «Quando ti applaudono ti devi alzare e ringraziare», dice il Cavaliere ad Alfano con un piglio misto tra l’affetto e il rimbrotto, anche se l’investitura («molto presto, toccherà a te») viene esplicitamente ribadita.
Berlusconi annuncia poi che il centrodestra sarebbe già in corsia di sorpasso: «Sommando anche gli altri partiti della coalizione - spiega - siamo a 1,7% dalla sinistra. Una rimonta straordinaria. Ora, in poco meno di tre settimane dobbiamo mettere la freccia e sorpassarli». Compito che, è ovvio, spetta solo a lui.
IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Ieri Berlusconi ha attaccato anche i giudici di Milano «colpevoli» di voler costringere lui e i suoi avvocati-deputati a un’udienza per il processo diritti Mediaset, nonostante lui abbia presentato una marea di impegni (per lo più televisivi: stasera sarà ospite di Lucia Annunziata, su Rai 3) come motivo di legittimo impedimento. Infine, il Cav si lancia in una ‘lezione’ di liberalismo, unico antidoto per uscire dalla crisi in atto. Non mancano gli attacchi agli avversari, “comunisti rosi dall’invidia per chi, come me, ha avuto successo” e a Monti, ma la stoccata finale è per Fini, «quel signore che mi ha impedito di governare». Infine, l’appello al suo popolo: «Come nel 1994, siamo alla scelta di campo tra la libertà e il comunismo». Fine. Applausi.

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