Si è trasformata in un processo a Massimo Cialente e al Pd la conferenza stampa di presentazione di Rivoluzione civile. Un processo, si diceva, dopo le accuse del primo cittadino contro i big candidati del partito, Carlo Costantini e Alfonso Mascitelli, in occasione di una trasmissione televisiva per aver fatto poco o nulla dopo il terremoto aquilano. Apriti cielo: «Io sono stato denunciato perché davo fastidio e ho subìto pressioni; sono stato denunciato per aver criticato il modo di gestire degli appalti del progetto Case e non posso sentir dire di aver dormito». Più pacato Alfonso Mascitelli che tuttavia ha parlato di «attacco infame» di Cialente rimandando a dopo le elezioni gli effetti devastanti che la «rivoluzione» potrebbe determinare al Comune dell’Aquila. E sì, perché con quale faccia dopo essere passati dall’altra parte della barricata, sia rifondazione e sia Idv potrebbero stare con i propri assessori in giunta? Il rischio potrebbe essere quello di arrivare alla composizione di un esecutivo monocolore Pd. Tornando al voto, Enrico Perilli ritiene che quello giusto non sia quello utile, ma quello fatto con il cuore e non la mente. Lo sguardo si allarga anche alle prossime regionali dove, ha annunciato Mascitelli: noi avremo un nostro candidato presidente. Il 22 mattina all’Aquila invece giungerà Antonio Ingroia.
BERTINOTTI
«L’Aquila mi ha fatto un’impressione sconvolgente, tutto parla solo del tempo fermato, tanto da far sembrare irreversibile la rinascita» ha detto l’ex segretario nazionale di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, arrivato all’Aquila per il convegno «La partecipazione per uscire dalla crisi politica».