Il Cavaliere ospite di Messaggero tv. «Giusto concedere diritti civili alle coppie di fatto anche omosessuali. Grillo fantastico istrione ma da lui non arriva nessuna proposta»
ROMA «Il centrodestra non ha ancora messo il tema del prossimo sindaco di Roma sul tavolo. Abbiamo scelto Storace all’unanimità per la regione Lazio. Alemanno non credo abbia intenzione di ricandidarsi». «Se intendesse farlo noi lo sosterremo convintamente». Seduto nello studio della web-tv de Il Messaggero, Silvio Berlusconi risponde in maniera sintetica alla raffica di domande che la campagna elettorale impone. Controllato a vista da Paolo Bonaiuti e Sestino Giacomoni, non mostra particolare attenzione nei confronti degli alleati ora trasmigrati in altre liste, contro i quali chiede «il voto utile», malgrado «la par condicio» e «Sanremo che andava spostato».
Un cruccio sembra però assalire il Cavaliere più di altri, ed è «il botto» che, per dirla con il suo leader Beppe Grillo, farà il Movimento5S. «Ho visto dei comizi di Grillo e ho notato che continua a fare l’attore perché si attiene strettamente al copione anche nelle battute estemporanee! E’ un ottimo protagonista del palcoscenico e, dato l’oggetto delle sue recite, si può dire che è un fantastico istrione».
Presidente, lei nella sua precedente vita ha conosciuto il comico. Teme gli possa portare via voti?
«La protesta di Grillo ha successo per il cattivo spettacolo che la politica ha dato di sè, con i tradimenti, i passaggi da una parte all’altra, gli scandali Fiorito, Penati e Lusi. Il disgusto è legittimo e Grillo se ne è fatto interprete, però si ferma alla critica e al contrasto, non c’è nessuna proposta e anche la scelta dei candidati è una scelta di persone che non hanno nessuna professionalità e preparazione al lavoro parlamentare. E’ possibile che, una volta eletti, vengano risucchiati nel gorgo dei partiti».
Dopo l’Imu ha in serbo qualche altra proposta choc?
«No non ne prevediamo. Ma vale la pena approfondire ciò che intendiamo fare per cambiare alcune situazioni che si sono create tra fisco e contribuenti grazie all’attività di Equitalia. Proponiamo un condono sugli aggi, sugli interessi perché pensiamo che in questo momento di crisi al contribuente deve essere permesso di pagare il dovuto senza interessi e pesanti aggiunte».
Lei ha annunciato quattro milioni di posti di lavoro....
«Non ho annunciato questo, ma ho detto che abbiamo 4-5 milioni di imprese e se ciascuna facesse un atto di solidarietà verso chi non ha lavoro, noi cerchiamo di agevolarlo sostenendo che per alcuni anni dovrebbero pagare solo ciò che va in tasca al lavoratore, senza l’onere di imposte e contributi che di solito raddoppiano il costo».
Nelle stesse ora il cardinal Bagnasco ha detto che stavolta gli italiani non si faranno abbindolare. Ha la Chiesa contro?
«Nella maniera più assoluta, no. Ho rapporti personali con alti esponenti della Santa Sede e posso dire che non era riferito a me. D’altra parte sono io l’unica persona che ha mantenuto tutte le promesse che avevo messo per iscritto. Nei contratti con gli italiani del 2001 e del 2008 non c’è una cosa che non abbia realizzato».
E’ di queste ore l’inchiesta sull’Eni e di pochi giorni fa quella su Mps. Pensa che anche in questi casi si tratti di un complotto?
«No, non credo. L’unica osservazioni che mi viene è nel vedere sottostimata da molti la situazione di Mps che è uno scandalo dalle proporzioni enormi e dove non si sa dove sono andati a finire quei tre miliardi di differenza tra il prezzo iniziale e quello finale di Antonveneta. Soprattutto che non ci sia stato nessun controllo sui bilanci».
E sull’inchiesta Eni-Saipem?
«Conosco personalmente alcuni dirigenti di Eni, Scaroni in testa. Sono persone di grandissima rettitudine che fanno molto bene e hanno fatto molto bene all’Italia e all’Eni. Mi sento di escludere un loro coinvolgimento e un loro interesse personale in queste vicende».
E’ d’accordo a concedere diritti civili a coppie di fatto anche gay?
«Assolutamente sì e anche se gay. Credo anche che in Parlamento non sarà difficile a trovare una maggioranza al riguardo. Nessuna preclusione mia nei confronti dei gay, non c’è mai stata».
Lei ha più volte sostenuto che non è riuscito a completare le riforme per colpa degli alleati, ma anche stavolta ne ha un buon gruppo. Non teme il bis?
«Ma infatti io chiedo agli italiani di convogliare i voti del ceto medio sul Pdl. Anche se ammetto che i partiti alleati non sono come Fini e Casini che mi hanno intralciato non poco. Un esempio? La riforma della giustizia che avevamo messo a punto e che poi non è stato possibile realizzare per colpa loro e della magistratura».
Può spiegarci come si fa ad uscire dall’euro, come lei ha teorizzato, senza scatenare uno scenario apocalittico?
«Non ho detto esattamente così. L’euro deve avere come tutte le monete, una banca centrale che garantisca i debiti pubblici degli stati che partecipano all’euro e che, in caso di necessità sia disponibile a stampare moneta. Ciò che sostengo, non solo io ma anche importanti finanzieri, è che se l’economia non riprende, gli stati sarebbero in condizioni tali da dover essere costretti ad uscire dall’euro per tornare alla vecchia moneta. Sarebbe una sciagura, dannosa perchè non metterebbe in crisi solo la moneta, ma la stessa Europa».
La prossima settimana inizia Sanremo. Tra par condicio e Festival come farà?
«E’ vero, non si sa come comunicare e il Festival si aggiunge ad una legge assurda che esiste solo da noi.
Anche il più piccolo partito ha lo stesso spazio in tv del grande. Sanremo andava assolutamente spostato ed è incomprensibile la decisione della Rai, tanto più che ci stiamo giocando il nostro futuro con le prossime elezioni. Inoltre noi e il Pd siamo convinti che il sistema bipolare è il miglior sistema per gestire una democrazia. Invece questa legge favorisce il frazionamento del voto».
Il rapporto con il Ppe si è recentemente complicato...
«No, c’è stato un solo personaggio del Ppe, uno dei ventiquattro vicepresidenti, che su suggerimento di uno dei nostri ha dato una dichiarazione sconsiderata e sbagliata, di cui si è pentito e ha promesso di non gare più dichiarazioni».
Lei a suo tempo non votò per l’attuale presidente della Repubblica. Può dirci se si è pentito e se può fare un bilancio della presidenza-Napolitano?
«Lo facciamo alla fine, quando ci sarà sul tavolo l’elezione del prossimo presidente della Repubblica».
In tv le fanno più male gli attacchi di Fini o di Crozza?
«Nessuno dei due. Fini ha ormai percentuali da prefisso telefonico. Crozza lo trovo molto bravo e molto simpatico».
Il sindaco: «Frasi da campagna elettorale, ciò che conta è l’appoggio del Pdl»
ROMA Gianni Alemanno, sindaco di Roma. La frase di Berlusconi sulla sua candidatura per il secondo mandato, pur successivamente corretta, la preoccupa?
«In una campagna elettorale impegnata in tanti appuntamenti diversi, può anche partire qualche frase in libertà. Quel che conta è l’appoggio, chiaro e netto, che mi è stato espresso da Silvio Berlusconi per conto di tutto il Pdl».
Glielo hanno formalizzato?
«Assolutamente sì. Tra l’altro la mia candidatura è stata oggetto di un’apposita riunione dei vertici del partito che, nel confermare l’appoggio a Storace per le regionali, hanno chiesto che La Destra faccia altrettanto con me».
Quindi Storace farà parte della sua maggioranza?
«Un’alleanza già in campo per le politiche e le regionali, non può che essere confermata anche per le comunali di Roma».
Non teme che Berlusconi sia rimasto infastidito dalle sue uscite, di qualche mese fa, sulla necessità di un profondo rinnovamento nel Pdl?
«Questi discorsi sono stati fatti quando era proprio Silvio Berlusconi a chiedere addirittura il cambio del nome del partito e nuove alleanze».
Poi cosa è cambiato?
«È stato a tutti evidente che l’unica candidatura vincente è quella di Berlusconi».
E le istanze di rinnovamento dove sono finite?
«Nel Pdl il cambiamento è già stato avviato, con regole innovative per le candidature. Dopo le elezioni continueremo su questa strada».
Spera ancora in un avvicinamento con l’area centrista che fa capo al premier?
«Ora dobbiamo vincere queste elezioni, da soli, per arginare la sinistra. Solo il centrodestra guidato dal Pdl è la vera alternativa».
Dà per scontata un’alleanza poste elettorale tra Pd e centristi?
«Non la do per scontata. Ma è chiaro che, oggi, per non mandare la sinistra al governo bisogna votare per il centrodestra».
Punta eventualmente a riaprire il discorso con l’area di centro per il Campidoglio?
«Il nostro lavoro è concentrato sul Pdl e su una forte lista civica che rilancio la nostra alleanza con i cittadini, al di là degli schemi partitici».
L’associazione lanciata nel 2012 sarà la base di questa lista?
«Partiamo da Rete attiva X Roma ma stiamo andando molto avanti perché registriamo tantissime adesioni da parte di cittadini e di adesioni che hanno voglia di impegnarsi per il futuro di Roma».
Si faranno le primarie, nel centrodestra, per il candidato sindaco?
«Io ho sempre chiesto le primarie: le considero un fattore di forza, non di debolezza. Per renderle credibili, però, c’è bisogno di candidature forti che possano aprire vero confronto nella città, altrimenti è inutile».
Una candidatura forte potrebbe essere quella di Giorgia Meloni.
«In realtà, a parte alcune voci giornalistiche, la Meloni non ha mai manifestato la sua intenzione di candidarsi».
Conta comunque sull’appoggio di Fratelli d’Italia?
«C’è un’alleanza di centrodestra, di cui loro sono parte integrante, e su questo non ho dubbi».
Crede in una rimonta di Storace su Zingaretti per la regione Lazio?
«La partita delle regionali è ancora aperta, e può essere trainata dall’impegno di Storace e dalla grande rimonta di Berlusconi».