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Data: 09/02/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Inchiesta bus, indagati due manager. Erano dirigenti di Breda Menarini, avrebbero creato i fondi neri per la mazzetta da 800mila euro

ROMA Si allunga la lista degli indagati nell’ambito dell’inchiesta bus a Roma, ovvero di una mazzetta di 800 mila euro che sarebbe stata versata per la fornitura di 45 filobus a Roma Metropolitane, società del Campidoglio. Sul registro degli indagati sono finiti due manager, entrambi dirigenti nel 2009 di Breda Menarini, l’azienda fornitrice dei 45 bus. Sono accusati di frode fiscale finalizzata alla corruzione. I due sarebbero stati chiamati in causa da Roberto Ceraudo, ex ad di Breda Menarini. Il ruolo dei due nuovi indagati sarebbe legato alla realizzazione del fondo nero creato dall’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, per conto di Ceraudo, con una serie di false fatture. La mazzetta da 800 mila euro, è il sospetto degli inquirenti, era finalizzata non solo alla fornitura dei bus destinati a circolare nel cosiddetto «Corridoio Laurentina», ma anche per agevolare l’ingresso di Finmeccanica nel più ampio, e lucroso, giro di appalti per la costruzione della metropolitana di Roma. Anche per questo motivo una parte della tangente sarebbe finita a Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur, ritenuto uomo importante per il suo forte legame con il sindaco Gianni Alemanno. Ma la frontiera delle indagini è destinata ad estendersi dopo la scoperta di due conti correnti in Svizzera dello stesso Ceraudo. Conti, si pensa, che potrebbero essere stati utilizzati per far transitare soldi legati ad altri appalti. Ceraudo ha ammesso la proprietà di uno solo dei due conti subordinandolo ad una consulenza fatta con un’azienda turca, la Karsan, quando aveva già lasciato l’incarico di ad di Breda Menarini. I conti sono stati congelati dalle autorità svizzere. Al vaglio del pm Ielo è poi finito anche il bando di appalto di Roma Metropolitane, soprattutto alla luce di un accordo sottoscritto da Ceraudo nell’aprile 2008 con la Skoda per la realizzazione dei bus. Salgono così a otto gli indagati nell’inchiesta bus affidata al pm Paolo Ielo: oltre all’ex ad di Breda Menarini Roberto Ceraudo, colui che avrebbe versato la mazzetta, l’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, il quale sostiene di aver predisposto il fondo nero per la tangente, Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica, Marco Iannilli, commercialista di Cola e i due manager già dirigenti della Breda Menarini.

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