La denuncia della Cgil è forte: «I nostri 700 bambini a Teramo, e le migliaia in tutta la provincia, viaggiano su scuolabus rischiosi vecchi di 30 anni, con i buchi nella carrozzeria, senza riscaldamento e su alcuni manca l’imbottitura sui sedili con i fili di ferro che fuoriescono pericolosamente». Inoltre, sempre secondo la Filt Cgil, «mancano i martelletti per le uscite di sicurezza, va verificata la data di scadenza degli estintori, in alcuni mezzi le cassette del pronto soccorso avrebbero prodotti scaduti e la pulizia interna poi è assicurata dal personale che è costretto a portarsi da casa a proprie spese tutte le attrezzature e prodotti di pulizia». Ma questa situazione di degrado, come fa intendere Aurelio Di Eugenio, non interessa solo il capoluogo ma anche molti comuni della provincia. Per mezzo di una convenzione il servizio è esternalizzato tenendo conto quasi esclusivamente della formula del massimo ribasso «e non dunque del grado di affidamento delle imprese». «Eppure il servizio, finanziato con risorse pubbliche, attuato nel caso del Comune di Teramo dall’impresa ciociara Fratacangeli, dovrebbe garantire il trasporto di migliaia di bambini senza alcun rischio»
Per di più, gli autisti e gli accompagnatori con contratti part time da circa 700 euro mensili non percepiscono lo stipendio dalla ditta di Viterbo da tre mesi: la loro prossima mossa è quella di una protesta a loro dire eclatante: recarsi dal sindaco Brucchi con le loro bollette delle utenze in mano. Nel caso non ci siano interventi risolutivi, il sindacato dichiara di voler coinvolgere le forze politiche nella vertenza, facendo indire sulla materia un consiglio straordinario aperto alla cittadinanza. Il prefetto è già stato messo al corrente della situazione con una nota esplicativa. «Il Comune di Teramo – spiega il segretario regionale Filt Luigi Scaccialepre - si dichiara impotente malgrado gli impegni assunti dall’impresa nell’affidamento della gara che prevede che la manutenzione, funzionalità e dotazione, siano a suo carico; abbiamo rilevato una totale indifferenza degli amministratori che oltretutto in questo caso avrebbero il compito di rivolgersi all’ispettorato del lavoro». Gli autisti e gli accompagnatori non posseggono nemmeno, come è poi definito nella convenzione (che scadrà nel 2014), dei telefonini che devono essere chiaramente forniti dall’impresa, utili in caso di emergenza, anzi sono loro a pagare di tasca propria le chiamate di servizio. «Su alcuni mezzi – prosegue Di Eugenio – non ci sono i libretti di circolazione o i tagliandi delle assicurazioni». Infine il neo segretario provinciale Cgil Teramo, Alberto Di Dario, rende noto che «il servizio pubblico dei trasporti sta subendo un peggioramento diffuso» e si scaglia contro la logica perversa del ribasso: «Non è accettabile» dichiara con forza. Denuncia infine anche il fenomeno dell’esternalizzazione.