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Data: 13/02/2013
Testata giornalistica: Ferpress
Trasporto locale e liberalizzazioni - La bocciatura dell’Antitrust e l’ ATAC : ‘ann’à da passà le elezioni? E’ evidente che il problema scotta e che nessuno ha una vera voglia di affrontarlo, soprattutto in un periodo pre-elettorale

L’Antitrust ha bocciato l’affidamento “in house” dei servizi di trasporto ad ATAC da parte del Comune di Roma, ma le reazioni sono quasi assenti o ispirate a qualche puro espediente demagogico. E’ evidente che il problema scotta e che nessuno ha una vera voglia di affrontarlo, soprattutto in un periodo pre-elettorale.

La delibera è stata votata quasi all’unanimità da tutto il Consiglio comunale e, conseguentemente, anche le opposizioni si guardano bene dall’affondare troppo la polemica, preferendo qualche dichiarazione di circostanza contro la giunta Alemanno e rispolverando semmai la questione di “parentopoli”, che – come si dice - viene sempre bene.

Il nuovo Assessore alla Mobilità, Maria Spena, si arrampica sugli specchi, sostenendo con non molta convinzione che l’affidamento è stato effettuato “nel pieno rispetto della normativa europea” (gli avvocati del Comune sanno interpretarla meglio dell’Antitrust?) e aggiungendo una spiegazione che nulla dice nel merito. Secondo la Spena, “attraverso il provvedimento, l’Amministrazione è riuscita a salvaguardare i livelli occupazionali dell’azienda e le sue potenzialità operative nell’interesse dell’utenza, pur dovendosi fare carico di sopperire agli ingenti tagli delle risorse da destinare al settore”: tutte bellissime parole, che però c’entrano come il cavolo a merenda con la bocciatura espressa dall’Antitrust.

La verità è che ci si fida delle virtù salvifiche della perenne arte del rinvio e del tacito interesse di tutti a non insistere nel maneggiare un materiale così esplosivo: il Comune di Roma ha sessanta giorni per rispondere alle contestazioni dell’Antitrust, poi ci sono altri giorni per la risposta dell’Autorità e si continua così, contando anche sul fatto che – per una di quelle stranezze della legislazione italiana, che varrebbe la pena di approfondire – i poteri dell’Antitrust sono in realtà limitati, se qualche soggetto non lamenta la lesione al diritto alla concorrenza.

In realtà, basterebbe leggere la delibera dell’Antitrust per comprendere che il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato non può essere facilmente contestato e che – di fatto - l’affidamento “in house” si è reso possibile solo sfruttando un periodo di “vacatio” legislativa (conseguenza della sentenza di illegittimità costituzionale del “famigerato” articolo 4 del decreto 138/11) e di “vuoto” dell’esecutivo per l’esaurirsi dell’iniziativa del Governo Monti. Dopodiché la delibera “salva Atac” ha forse esagerato, prevedendo l’affidamento senza gara dei servizi addirittura fino al 2019.

Non c’è chi possa negare che risolvere il “problema Atac” è complicatissimo e che forse c’è bisogno (semmai non solo per Atac) di un piano nazionale ben congegnato che non pretenda di rifarsi solo a rigidi paletti, ma questo gioco di furbizie e di rinvii la dice lunga sul livello di una politica che preferisce baloccarsi con le promesse mirabolanti della campagna elettorale invece di confrontarsi con la serietà dei problemi.

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