TERAMO L'Abruzzo come paradigma dell'Italia pronta a voltare pagina, l'Abruzzo come punto di partenza di un rinnovamento sociale e culturale che spazza via il ritornello del «sono tutti uguali». A Teramo per sostenere i candidati locali del Pd alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio l'onorevole Dario Franceschini rivendica la diversità del suo partito e dei suoi alleati rispetto al centrodestra, cita la vicenda umana e giudiziaria dell'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso come conferma di quella diversità a partire dal rispetto delle istituzioni, invita i cittadini a non sprecare il voto tentati delle sirene di chi, come Beppe Grillo, non farebbe altro che aprire la strada al popolismo. Lo fa da Teramo, Franceschini, con accanto Franco Marini, Tommaso Ginoble e Manola Di Pasquale da quella città di provincia che insieme alle centinaia di tanti piccoli e medi centri, ai piccoli e medi comuni, costituiscono il tessuto dell'Italia. «Se vinciamo noi saremo guidati da Bersani, che ce la metterà tutta per uscire da una situazione difficile come quella odierna - dice Franceschini rivolto ad una platea particolarmente affollata - realizzando un programma che si snoda sui principi di equità, giustizia sociale, eguaglianza. Se vincono gli altri ci ritroveremo Berlusconi, La Russa, la Gelmini. Non sono cambiati, sono sempre loro. Basterebbe questo per dire agli italiani pensateci bene prima di andare a votare». Il riferimento è al voto di protesta, che nelle scorse settimane ha visto le piazze affollate per i comizi di Beppe Grillo «che prende voti un po' ovunque», e che vede molti elettori del centrosinistra tentati dal voto al movimento arancione di Antonio Ingroia «che prende voti soprattutto dalla nostra parte». Ed è proprio a loro che si rivolge Franceschini. «Agli elettori tentati dal voto di protesta dobbiamo dire che abbiamo capito le ragioni della loro delusione - conclude Franceschini - ma anche che abbiamo tolto il vitalizio ai parlamentari, ridotto il finanziamento ai partiti, che abbiamo scelto le primarie come modo democratico di selezionare i nuovi gruppi dirigenti e proporre liste trasparenti. Sentir dire che siamo tutti uguali mi indigna. Il tutti uguali apre la strada la populismo, che non è certo di sinistra». Ma la vera "star" dell'incontro del Pd è l'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso. È lui che incendia la platea e che fa sperare la base in una vittoria anche alle regionali.