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Data: 14/02/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Alfano: «Siamo sotto di due punti, anche meno». Il Segretario Pdl: «Noi vogliamo restituire l'Imu e tagliare l'Irap alle imprese, la Cgil vuole una patrimoniale da 40 miliardi di euro»

Il candidato premier Pdl, Angelino Alfano nella video-chat di Corriere.itIl candidato premier Pdl, Angelino Alfano nella video-chat di Corriere.it
«Autogol aziendale della Rai quello che si è visto martedì a Sanremo». Comincia così la video-chat di Angelino Alfano di Corriere.it moderata da Daniele Manca e Luca Gelmini. Il (presunto) candidato premier del Pdl parla delle polemiche sollevate al Festival sulla contestazione a Crozza che stava imitando Silvio Berlusconi. «Io non lo avrei criticato apertamente - dice Alfano - certo, abbiamo notato una persecuzione nei nostri confronti».

L'AZIONE DI GOVERNO - Tante le domande dei lettori di Corriere.it al segretario Pdl. «Abbiamo avuto uno splendido biennio al governo - rivendica - che va dal 2008 al 2010. Purtroppo poi la scissione con i finiani ha finito per ridurre i nostri numeri in Parlamento e l'esito finale sono state le dimissioni di Berlusconi. La storia certo non si fa con i se e con i ma, la realtà è che nei primi due anni il governo ha adottato una serie di provvedimenti illuminanti», ha aggiunto. E ora in questa campagna estenuante dice che «il Pdl è ancora sotto di due punti, ma stiamo recuperando e vinceremo le elezioni».

LA CAMPAGNA ELETTORALE - «Vogliamo defiscalizzare le assunzioni, tagliare l'Irap alle imprese, abolire l'Imu», Alfano passa poi a spiegare le ricette di politica economica del Pdl nel caso avesse la responsabilità di governo. «Dobbiamo restituire alla casa il suo valore economico», spiega Alfano parlando dell'odierna manifestazione dell'associazionismo edile a piazza Affari che ha denunciato la crisi profondissima del comparto. «La Cgil sta teorizzando una patrimoniale da 40 miliardi di euro, dieci volte oltre il gettito dell'imposta municipale. Significa dare un altro colpo - stavolta determinante - al ceto medio», dice Alfano.

LE POLITICHE DI MONTI - «Non ci siamo opposti ad alcuni provvedimenti di Monti perché era stata posta la fiducia. E significava far cadere il governo in un momento delicato», spiega Alfano a chi gli obiettava una certa sintonia con l'esecutivo dei tecnici nell'arco di un anno al timone del Paese. «Noi contestiamo le sue politiche sotto tre aspetti. Quello fiscale, quello relativo alle liberalizzazioni con le battaglie contro tassisti e farmacisti senza invece andare a toccare le rendite vere». L'ultimo fronte è quello relativo al lavoro e alla riforma del lavoro targata Fornero: «Ha spostato il problema dal precariato alla disoccupazione. E l'ha riconosciuto anche Monti, che si è dovuto piegare alle posizione integraliste della Fiom, che ha dettato l'agenda alla Cgil, che a sua volta ha influenzato il Pd e quindi a cascata il governo».

«COPRIRE IL CASO MONTEPASCHI» - «C'eravamo illusi che in questa campagna elettorale si potesse parlare solo di fatti. E invece la magistratura politicizzata sta condizionando ancora l'esito elettorale», ha detto Alfano in riferimento all'ultima vicenda giudiziaria che riguarda l'esponente Pdl (ed ex presidente della regione Puglia) Raffaele Fitto, condannato a quattro anni. «Crediamo invece che quest'ultima sentenza sia un tentativo di coprire lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena in cui sono coinvolti i democratici».

«ABBATTEREMO IL DEBITO» - «Siamo fiduciosi e ottimisti circa una nostra vittoria e di una maggioranza qualificata del centro-destra sia alla Camera, sia al Senato», osserva Alfano. E punta il dito contro il movimento di Beppe Grillo: «I cittadini devono sapere che nelle sue liste ha candidato esponenti della sinistra estrema, che in Parlamento potrebbero aiutare Bersani». E sul tema dell'alto indebitamento dello Stato dice: «Noi vogliamo abbattere il debito pubblico, valorizzando alcuni asset di proprietà dello Stato, senza ovviamente svenderli. Vorremmo costituire un fondo, in cui far confluire una serie di immobili e di concessioni da rendere appetibili per eventuali acquirenti e produrre reddito».

LA RICETTA LIBERAL - Infine il binomio meno spese (dello Stato) meno tasse, secondo un'ipotetica ricetta liberal. «Vogliamo tassare la spesa pubblica improduttiva, dimezzare il numero dei parlamentari, abolire il finanziamento pubblico ai partiti, spiega Alfano. «Volevamo già farlo nella precedente legislatura, ma abbiamo avuto lo stop di Terzo Polo e Pd e quindi non avevamo i numeri per farlo». Su un'ipotetica legge relativa al conflitto di interessi Alfano glissa e parla, invece, della necessità di una riforma della par condicio. Circa le primarie del Pdl, prima annunciate e mai svolte, il segretario Pdl ha chiarito che Berlusconi era il detentore (in carica) del titolo di candidato-premier, perché non era stato battuto alle elezioni. E quindi le primarie Pdl sarebbero state ridondanti. Infine l'ultimo accenno sulla corsa al Quirinale dopo il settennato di Napolitano: «Ho un nome in testa, ma chi entra Papa in conclave esce cardinale quindi è meglio non dirlo», dice Angelino.

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