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Data: 15/02/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Formigoni nega tutto «Sempre pagato le spese»

ROMA Non si trattava solo di scontrini smarriti e di qualche vacanza. Dalle carte sullo scandalo della sanità lombarda depositate dopo la chiusura delle indagini emerge un Formigoni con un tenore di vita da satrapo orientale: senza mai pagare conti, con viaggi e ristoranti a spese di Daccò, ville in Sardegna, spese cash senza limiti con un’attitudine per champagne e creme per il viso. Trema davvero il Pdl per l’esito elettorale della Lombardia dove si unifica il voto delle Regionali con quello politico. Perché alla bufera Formigoni (accusato di associazione a delinquere e corruzione) si associa anche la tempesta Finmeccanica e la sua corruzione internazionale. Vicenda che comunque sta lambendo la Lega e il suo segretario Maroni sponsor di Orsi, presidente incarcerato. L’indagato Formigoni comunque reagisce. Negando tutto. Torna a ripetere che con San Raffaele e Fondazione Maugeri «non c’è stato alcun trattamento di favore. Non un euro di denaro pubblico è stato sperperato». I finanziamenti concessi alle due strutture «sono legittimi perché corrispondono a prestazioni sanitarie. Si parla di 270 mila euro in contanti dati a Formigoni. Io non li ho mai ricevuti. Altri 600 mila euro di contributi elettorali? Mai ricevuti». Sul fiume di contanti che lui maneggiava, replica che si tratta di «fatti del 2003 e i contanti non erano vietati». Lo champagne col quale pasteggiava «e chi non lo apprezza?». Ma «altra cosa è dire che io avessi un tavolo prenotato. Io da Sadler sono andato solo su invito. Il signor Sadler è stato spinto a ricordare male». Dalle carte dell’inchiesta emerge che sin dall’aprile scorso (dagli arresti cioè di Daccò e dell’assessore Simone), era massimo l’allarme dell’entourage di Formigoni sulle rivelazioni di Daccò. Alcune intercettazioni lo confermano L’allarme di Pdl-Lega è massimo. Berlusconi ostenta sicurezza ma torna ad attaccare i pm che «potevano fare le accuse dopo le elezioni. C’è una volontà di interferire sulla campagna elettorale». Per il segretario leghista Maroni «c’è un’inchiesta, si vedrà al processo. Chi è coinvolto dice di essere innocente». Il centro sinistra vede il traguardo vicino. E sceglie la strada dell’ironia. Per Umberto Ambrosoli, candidato al Pirellone, l’assenza di movimentazione nei conti di Formigoni «significa che quelle camicie non le ha comprate lui, ma gliele regalavano». Per le spese familiari, commenta divertito Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, «facciamo almeno 15 prelievi al mese di piccolo importo. Ma la cosa principale è che pago sempre io e che non sono vacanze».

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