PESCARA «In Abruzzo è necessario costruire un’impostazione culturale diversa, perché troppo spesso gli abruzzesi non sono consapevoli di come la presenza della mafia sia un dato strutturale nella nostra regione». Lo ha detto il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare, a margine dell’iniziativa organizzata, ieri a Pescara, per avviare sul territorio la raccolta di firme relativa al progetto di legge di iniziativa popolare su beni e aziende sottratte alle mafie. All’incontro, che si è svolto nella sede pescarese del sindacato, ha preso parte anche il responsabile Legalità e sicurezza della Cgil nazionale, Luciano Silvestri. In Abruzzo, secondo i dati in possesso della Cgil, ci sono 14 beni sequestrati alle mafie e affidati all’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati, tra cui due aziende. «I numeri», ha spiegato però Di Cesare, «sono assolutamente parziali e stiamo cercando di costruire relazioni con le associazioni e con le istituzioni proprio con l’obiettivo di analizzare il fenomeno nella nostra regione». «Con la crisi del credito, che colpisce così duramente l’Abruzzo», ha aggiunto il segretario regionale della Cgil, «molti si rivolgono ad altri per risolvere i problemi e da lì il passo perchè la mafia si impossessi di un’azienda è breve. L’iniziativa odierna dimostra la volontà di cominciare ad affrontare la questione». Anche in Abruzzo, come nel resto d’Italia, il 10 marzo ed il 30 aprile - giorni dell’uccisione di Placido Rizzotto e di Pio La Torre per mano della mafia - si svolgeranno eventi nelle piazze della regione per promuovere la raccolta firme. La Cgil, inoltre, lancerà un appello ai candidati nell’ambito delle elezioni politiche affinché aderiscano all’iniziativa.