Il Cavaliere: Monti disperato, rischia di restare fuori dal Parlamento. Bersani e le alleanze: tra il Professore e Vendola, il traffico lo dirigo io
ROMA Monti contro Berlusconi. Il Pdl contro il capo dello Stato. Grillo contro tutti. E Bersani che cerca di dirigere il traffico e assicura: «Tra Monti e Vendola, dirigo io». La campagna elettorale più infuocata degli ultimi anni sta per entrare nella sua ultima settimana e il tono delle polemiche si alza, sfiorando il diapason. Le tribune politiche, ormai, iniziano presto, poco dopo l’alba. Mario Monti va negli studi di Agorà, Rai 3. Il primo siluro di Monti parte da lì ed è diretto all’indirizzo di Berlusconi: «Mi sento più ferito quando dei cialtroni dicono di aver lasciato l’Italia in buone condizioni nel 2011 e che io l’avrei portata sul baratro che inorgoglito quando ricevo i complimenti di Obama». Il riferimento è alle parole di elogio ricevute dal presidente degli States il quale, sempre ieri, ha incontrato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in una visita di stato che, peraltro, farà nascere, nel pomeriggio, un altro tsunami di polemiche.
LO SCONTRO
Diversi esponenti del Pdl, infatti, accusano il presidente della Repubblica di «brutta intromissione» per le sue parole di deplorazione contro le critiche che arrivano, in campagna elettorale, proprio nei confronti dell’azione del governo guidato da Monti. Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, affonda così, contro Napolitano: «E’ deplorevole che ci sia un intervento politico alla fine della campagna elettorale da parte della massima autorità dello Stato che deve sempre rimanere sopra delle parti». Del resto, che non solo palazzo Chigi, ma anche il Quirinale - presente e futuro - sia al centro della contesa lo si capisce anche e sempre dalle parole, sibilline, di Monti che fa sapere di aver ricevuto molte offerte («posizioni di vertice o di quasi vertice»), in cambio di una sua rinunzia a discendere in campo. Tornando, però, all’attacco mattutino del premier attuale al suo predecessore, eccone i passaggi salienti. «L’Italia - spiega Monti - è un Paese importante, del G8, ma può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l’atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato». Monti ricorda anche come il suo governo «ha fatto fatica, a causa della resistenza del Pdl, a far approvare un’adeguata legge anti-corruzione», paventa il rischio – come peraltro farà anche, da oltre-Oceano, lo stesso Napolitano – di una nuova Tangentopoli. Poi, l’ultimo affondo: «Se vincesse il centrodestra l’Italia tornerebbe a rischio come nel novembre 2011 e si fermerebbero le riforme in grado di far crescere il Paese», mentre invece «se vincesse il Pd con Vendola i conti sarebbero più al sicuro ma non si proseguirebbe sulla strada delle riforme strutturali». Giudizi simmetrici, ma diversi.
Berlusconi, naturalmente, reagisce alzando a sua volta il tono della polemica. Per il Cavaliere «Monti è disperato. Sa che il suo centrino non arriva al 10% e non entra in Parlamento, il voto a lui è un voto buttato». Il Cavaliere è convinto che il Pdl è in rimonta, ma teme sia il voto per i partiti «minori», come la lista Giannino, che quelli per Grillo («In giro è sempre pieno di pazzi») e avverte: «Votare Monti vuol dire votare il Pd». Dal centrodestra si restituisce a Monti l’accusa di essere «un cialtrone». Maroni arriva ad augurarsi «si dimetta e venga esodato anche lui così potrà capire il dramma in cui ha gettato tante famiglie».
IL CENTROSINISTRA
La reazione del centrosinistra è, a sua volta, dura verso Berlusconi e i suoi toni, cauta verso Monti. Secondo Bersani, che incassa anche un videomessaggio di incoraggiamento di Romano Prodi, il Cavaliere «ci ha lasciato una catastrofe etica e morale”», ma tra Monti e Vendola «il traffico lo dirigo io che ho già vinto le primarie». Il leader di Sel, però, reduce da un duro confronto con Ingroia, ci tiene a far sapere che «non sono un cagnolino da tenere al guinzaglio». Infine, c’è da registrare la reazione del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che allarga le braccia e dice: «Alle sparate di Berlusconi non riesco più a stare dietro, ma ha fatto promesse irrealizzabili e irresponsabili, mandando un messaggio devastante».