ROMA Urla, strepita, gongola e si prepara a tornare oggi in tv dopo vent’anni d’assenza. Nell’attesa, a ogni tintinnìo di manette la sua voce sale di un acuto: «Siamo oltre tangentopoli, quelli in confronto a questi erano dilettanti». Lo tsunami tour rimbomba in piazza Castello, a Torino, dove Beppe Grillo arringa migliaia di simpatizzanti («ma la questura dirà più di 300»). In genere in queste occasioni attacca tutti, non fa sconti. Ma ieri il suo principale obiettivo era il Pd, anzi il «pdimenoelle», chiamato in causa ancora una volta per il caso Mps: «Bisogna fare una commissione per mettere sotto d’inchiesta tutti i vertici del partito dal 1995 a oggi». E ancora, spiegandosi meglio: «Potevano votare in massa contro lo scudo fiscale e far cadere Berlusconi, non lo hanno fatto e ora sappiamo perché».
CAMBIO DI STRATEGIA
Oggi l’ex comico ha l’agenda che straborda: nel pomeriggio a Savona, poi a Genova. E si prepara a sbarcare in tv per la sua prima intervista. Poco meno di un evento. Si concederà a Sky TG24, trenta minuti a partire dalle 20.30 - e in chiaro su Cielo, in differita dalle 21 - contravvenendo al divieto che egli stesso aveva imposto ai 5Stelle. Le ultime apparizioni dell’ex comico genovese risalgono al 1993. Poi l’eclissi. Il cambio di strategia è per tenere alta l’attenzione. Per il comizio di chiusura, in Piazza San Giovanni, venerdì a Roma, Grillo e il suo guru Casalegno vogliono un milione di persone.
CONTRO IL COLLE
Gli applausi si mischiano ai fischi quando l’ex comico tira in ballo il presidente della Repubblica Napolitano. «Io pensavo: vedrai che adesso interviene. Per queste cose un capo dello Stato batte i pugni sul tavolo, questo qui invece ha solo accarezzato la scrivania e detto soltanto: privacy». Lo show torinese segue più o meno lo spartito degli altri comizi di piazza. Grillo invoca l’introduzione del «politometro» perché si conoscano i redditi reali dei politici. Sfida i cameramen a inquadrare piazza Castello strapiena, si dice sicuro che non lo faranno e allora mette in rete sul suo blog la foto del pienone.
CONTRO IL PAPA
Dopo aver attaccato il Colle, lo showman non sembra appagato. Eccolo allora a briglia sciolta, anzi scioltissima, parlare delle dimissioni del Papa: «Sta fallendo anche il Vaticano e l'amministratore delegato si è dimesso e lo tengono in ostaggio a Castel Gandolfo. È un tedesco e i tedeschi quando non ce la fanno più se ne vanno, non fanno come i nostri». E ancora: «Gli è bastato lanciare due tweet in rete per capire che la struttura della Chiesa non funziona, che le chiese sono vuote, che i preti vogliono sposarsi. E soprattutto che le pecorelle vogliono parlare con il pastore. Giacché non voglio neanche pensare che si è dimesso per le banche, l’Mps o lo Ior». Ci sarebbe quindi anche una stoccatina a Berlusconi. Che a questo punto però è poca cosa, tanto per dire che «il “nano” restituisce l’Imu in contanti e ci mette anche un set di pentole, ma in realtà deve restituire il 30% di concessioni che ha ricevuto gratis da Massimo D’Alema».
VOGLIA DI FASCISMO
Bersani è l’unico che gli risponde. La sua replica trasuda di indignazione, Torino è una roccaforte del leader democrat: «Si vede la voglia di mandare la gente in galera come facevano i fascisti». Conclusione: «Noi comunque non ci impressioniamo, anzi risponda Grillo di alcune cose: ad esempio su come sceglie i candidati, o sull’immigrazione».