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Data: 06/03/2013
Testata giornalistica: Il Secolo XIX
Amt, sciopero selvaggio a Genova. Pochi bus e caos in città (Guarda il servizio)

Genova - Lo sciopero finisce, ma i bus non riprendono a circolare: è l’ultima evoluzione della protesta dei lavoratori Amt , dopo l’ennesimo passaggio a vuoto, ieri mattina in Regione e lo sciopero di 8 ore che si sarebbe dovuto concludere alle 17.

Al contrario, visto che le risposte dell’assessore ai Trasporti Enrico Vesco e del presidente Claudio Burlando, contattato attraverso la prefettura, sono state giudicate generiche e insoddisfacenti, i mezzi pubblici sono rimasti nelle rimesse e lo hanno fatto, per iniziativa dei sindacati di categoria, per motivi di sicurezza.

E la protesta ha creato in serata il caos in città, con gruppi di persone “bloccate” alle fermate in attesa dei bus e taxi “presi d’assalto”. Poco dopo le 19 solo alcuni mezzi Amt hanno iniziato a uscire dai depositi.

Formalmente, i sindacati pretendono lo scrupoloso rispetto delle normative: l’intenzione è quella di non fare più uscire dalle rimesse gli automezzi che non sono ritenuti sicuri. Vengono esaminate tutte le dotazioni, dallo stato dei freni a quello degli ammortizzatori, passando per la presenza o meno di martelletti ed estintori.

E non è escluso che la protesta continui anche nella giornata di domani creando altri disagi in città.

L’incontro in Regione
Il presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone si è impegnato con i lavoratori di Amt a inserire dalla prossima settimana il disegno di legge sul riordino del trasporto pubblico locale nella programmazione dei lavori del Consiglio regionale. Questo disegno di legge, invocato dai lavoratori, porterebbe alla costituzione di un unico bacino e sarebbe propedeutico alla nascita di un’azienda unica di trasporto pubblico di gomma in Liguria.

Monteleone ha incontrato lavoratori e sindacalisti insieme con alcuni consiglieri regionali e capigruppo, fra i quali Raffaella della Bianca e Aldo Siri, e l’assessore ai trasporti Enrico Vesco. Vesco ha spiegato: che è sua «intenzione portare a compimento questa riforma, ma non bisogna nascondere il fatto che ci sono delle difficoltà, altrimenti la legge sarebbe già stata approvata. Non tutti e non tutte le parti in gioco sono d’accordo. Ricordo che il Cal, della quale fanno parte Province e Comuni, ha votato contro. Bisogna però trovare un punto di incontro, un compromesso. Ritengo che in questa fase sarebbe già accettabile arrivare ad una legge che riduca gli attuali bacini da cinque a tre».

L’assessore ha aggiunto che «le risorse per il trasporto pubblico locale sono insufficienti e che, vista la situazione attuale, è difficile trovare fondi aggiuntivi». Ribattendo alle obiezioni di alcuni rappresentanti sindacali, infine, Vesco ha puntualizzato che la Regione ha rispettato l’accordo siglato il 17 gennaio 2012, relativo al mantenimento del livello delle risorse da assicurare al settore: «altri non hanno fatto fronte a causa delle ben note difficoltà economiche nelle quali versano le amministrazioni locali».

Le richieste dei sindacati
La scarsa attenzione degli enti locali e in particolare dalla Regione sul problema del trasporto pubblico locale è stata denunciata dai sindacati di categoria durante l’incontro avuto in Regione. Andrea Gatto (Faisa Cisal) ha ricordato che le istituzioni avevano sottoscritto un accordo poco più di un anno fa con le organizzazioni sindacali in cui si impegnavano a stanziare nel 2013 le stesse risorse impegnate nel 2012, ma che questo non è avvenuto.

«Il settore è abbandonato a sé stesso, bisogna trovare soluzioni perché le aziende non vadano a bagno - ha detto -. Da due anni si discute inutilmente della legge regionale sul trasporto pubblico locale: chiediamo la creazione di un bacino unico propedeutico alla creazione di un’azienda unica. Se questa si farà, vista la situazione finanziaria, nell’ immediato non chiederemo per i dipendenti lo stesso trattamento da Imperia alla Spezia».

Emilio Costanzo (Filt-Cgil) ha riassunto le richieste del sindacato: «Vogliamo un tavolo permanente sul trasporto pubblico locale; una politica unitaria e intermodale dei trasporti che gestisca ferro, gomma e parcheggi; risorse per impedire il fallimento delle aziende; la rapida approvazione della legge; il ripristino del biglietto integrato e garanzie per tre anni di redditi e occupazione dei lavoratori, altrimenti sarà un problema di ordine pubblico».

«I Comuni sono gli azionisti, ma la Regione è la regista del trasporto pubblico - ha detto Antonio Cannavacciuolo (Uil-Trasporti) - quindi deve fare la sua parte e deve farlo entro tre mesi: i mezzi non ricevono la manutenzione dovuta e l’eventualità che accadano incidenti gravi è concreta. I soldi per la cassa integrazione si stanno esaurendo, a maggio si rischia di non poterla più erogare, le aziende possono coprire gli stipendi fino a giugno, se non avranno integrazioni si passa ai licenziamenti e a settembre si avranno i fallimenti delle aziende».

Nel dibattito sono intervenuti anche Floris Galvan (Filt-Cisl), che ha criticato la mancanza di un esito positivo degli incontri avuti con la Regione, mentre Luca Lagormarsino (Ugl) ha ribadito l’importanza strategica del trasporto pubblico e ha lamentato l’assenza di chiarezza da parte dell’amministrazione regionale sulle strategie da seguire.

Dagnino: «Tre titoli di viaggio separati a Genova»
«Il trasporto pubblico a Genova dovrebbe ritornare ai tre titoli di viaggio separati: uno per Amt, uno per Trenitalia e uno integrato, potrebbe essere una soluzioni di mediazione tra Amt e Trenitalia». Lo ha detto l’assessore comunale al Traffico Anna Dagnino oggi pomeriggio a Genova in consiglio comunale.

«Salvaguardare il biglietto integrato è il nostro obiettivo - ha sottolineato il sindaco di Genova Marco Doria -. Oggi c’è un’unica forma di biglietto solo integrato usato da coloro che fanno uso del treno e del bus, sia da coloro che usano solo il bus, quindi coloro che non usano mai il treno pagano una quota che presuppone l’uso del treno».

«Dobbiamo rispondere a due domande sul biglietto integrato. Quanto costa? E chi lo paga? - ha continuato Doria - Dal 2010 Trenitalia ha ottenuto un aumento del 70% in due anni della somma per l’integrato, 8,5 milioni di euro pagati ogni anno da Amt per 7 milioni e dalla Regione Liguria per un milione, fino al 31 dicembre 2012».

«Amt e l’azionista Comune non sono in grado di dare a Trenitalia un euro in più di 7,5 milioni di euro - ha ribadito - questo è il punto di partenza, il 2013 serve per mantenere in via transitoria l’integrato, per stabilire un nuovo criterio di pagamento da attivare dal primo gennaio 2014». L’assessore Dagnino ha lanciato l’allarme: «Se il governo non affronta il tema del trasporto pubblico avremo davanti delle situazioni drammatiche nei prossimi mesi. Stiamo facendo uno sforzo immane a livello di bilancio per tenere in piedi Amt, stiamo chiedendo ai lavoratori uno sforzo notevolissimo».

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