ROMA La decisione è presa. E anche se formalmente gli ex deputati dell’Italia dei valori oggi nel Pdl Antonio Razzi e Domenico Scilipoti non sono ancora stati iscritti al registro degli indagati, l’accusa di corruzione nei loro confronti è ormai inevitabile. Prima di convocarli a piazzale Clodio, però, il procuratore aggiunto Francesco Caporale vuole fare alcune verifiche su quello che potrebbe essere effettivamente successo nel dicembre del 2010. Quando, a detta dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, entrambi sarebbero stati contattati e convinti a passare nel gruppo dei «responsabili», garantendo così l’appoggio al governo, in cambio di soldi e della garanzia di una nuova candidatura.
LE VERIFICHE SUI CONTI
Prima di tutto, Roma deve acquisire dai pm di Napoli tutti gli atti investigativi relativi alla cosiddetta compravendita dei parlamentari nel corso dell’ultima legislatura. Già a dicembre scorso, subito dopo le nuove denunce da parte del segretario dell’Idv Antonio Di Pietro, piazzale Clodio aveva chiesto a Napoli tutti i verbali di Lavitola in cui si parla dei parlamentari dell’Idv. Nelle prossime ore, però, probabilmente nel corso di un vertice a Roma tra le due procure, saranno acquisiti i verbali del senatore Sergio De Gregorio, indagato a Napoli per corruzione per essere passato col centodestra durante la legislatura precedente, quella 2006 - 2008. Ma che saprebbe qualcosa anche dei successivi «trasferimenti». Contemporaneamente, il procuratore aggiunto Caporale ha intenzione di delegare alla Guardia di finanza accertamenti fiscali e patrimoniali per entrambi i deputati, ora eletti al Senato. Nell’ipotesi che l’eventuale passaggio di denaro abbia lasciato traccia sui loro conti correnti. Verifiche limitate, ovviamente, visto che per ogni acquisizione di documenti sarebbe necessaria l’autorizzazione a procedere da parte del senato. Più delicata, la posizione dell’ex premier Berlusconi che a detta di Lavitola era il mandante dei presunti pagamenti. La sua posizione sarà valutata in procura solo dopo le deposizioni dei due transfughi dall’Idv: prudentemente, ieri sera la procura di Roma ha specificato che nessuno dei due era stato formalmente iscritto tra gli indagati. «E che ho rubato una mela? - ha commentato Razzi alla notizia dell’inchiesta - Non ho ricevuto niente, non so di cosa posso essere accusato, ma se mi convocano andrò a parlare». Più o meno lo stesso tono da parte di Domenico Scilipoti pure lui rieletto in Calabria, stavolta col: «Votai nell’interesse generale, non per quello di bottega».
CAFORIO IN PROCURA
Parallelamente, sono ripartite le verifiche anche sugli spostamenti dei senatori dell’Idv durante il governo Prodi. Il primo ad arrivare in procura, forse già in settimana, sarà il quasi ex senatore dell’Idv Giuseppe Caforio. Ieri mattina entrando a piazzale Clodio con un nuovo esposto, Antonio Di Pietro ha fatto soprattutto il suo nome. E lo stesso Caforio ha confermato tutto qualche ora dopo in tv: «Nel 2007, il senatore De Gregorio mi chiamò dicendomi che aveva bisogno di parlarmi con urgenza. Poiché era un periodo di caccia ai voti dei parlamentari, mi attrezzai con un registratore e mi presentai all’appuntamento nella clinica in cui era ricoverato. Mi disse che se avessi votato la fiducia ad un governo di larghe intese avrei avuto 5 milioni di euro, di cui 2 immediatamente tramite bonifico». Di Pietro ha dovuto ammettere che negli anni è andato perduto il nastro audio dell’incontro. Ma ha fatto il nome di un testimone, che accompagnò Caforio all’incontro: Nello Formisano allora capogruppo al senato, pure lui nella lista dei testimoni convocati in procura. Intanto, per cercare il nastro della conversazione tra De Gregorio e Caforio il procuratore aggiunto Caporale chiederà anche di ripescare dagli archivi tutti gli atti del fascicolo archiviato nel 2008.