Il Movimento chiude: alleati delle associazioni, mai dei partiti. I militanti invitati a Roma per l’apertura del Parlamento
ROMA È un dietrofront che ricorda la vignette di Guareschi il «contrordine compagni» che parte da Beppe Grillo: «Il M5S non darà la fiducia a un governo tecnico». Perché «non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari». E intanto a Roma il Movimento è pronto a lanciare un appello ai cittadini per «accompagnare» in Parlamento i deputati grillini il prossimo 15 marzo quando entreranno per la prima volta a Montecitorio.
Il leader 5Stelle era stato frainteso (da tutti). E così, dopo che aveva prospettato persino il nome del possibile premier - Corrado Passera - l’ex comico chiarisce che l'unica soluzione «è un governo del movimento 5 stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto». Come dire che si ritorna alla casella di partenza. E anche che qualcuno dovrà fermarsi per almeno un giro. «Abituatevi a chi dice sì per dire sì, no per dire no, senza interpretazioni», sale in cattedra lo showman genovese che non ha perso affatto il gusto della gag. Ma fa sul serio quando attacca il governo Monti «il più politico del dopoguerra», poiché «nessuno aveva mai messo prima in discussione l'articolo 18 a difesa dei lavoratori».
FATECI LAVORARE
Sul blog amico gli fa eco i il capogruppo in Senato Vito Crimi. Dice: «Ci aspettano alcuni giorni di lavoro e preparazione per questo tutti noi parlamentari abbiamo bisogno che ci lasciate lavorare». Nato e cresciuto al Brancaccio di Palermo, Crimi si candida per essere il numero 3. Giura: «Terremo la barra dritta: la nostra è una rivoluzione culturale pacifica e democratica». E a chi è pronto a ricordargli che al Paese urge un governo, il portavoce risponde con un’alzata di spalle, «l’unica responsabilità che sentiamo è verso gli elettori che ci hanno dato mandato di attuare questa rivoluzione culturale che è già in atto, malgrado le resistenze di coloro che sono attaccati a poltrone e privilegi». La linea del capo e dei suoi luogotenenti viene confermata anche dal deputato Alfonso Bonafede, ospite ieri di ”Un giorno da pecora”, su RaiDue . «Noi al governo ci andremmo - ha ribadito Bonafede, 36 anni avvocato, capolista in Toscana - ma ci andremmo da soli». E i numeri? «Non so quanti altri li abbiano in questo momento».
APPELLO AI CITTADINI
Mai come in queste ore i neoletti hanno subìto un doppio assedio. Quello dei giornalisti - ai quali hanno dichiarato da tempo «guerra» - ma anche dei cittadini. In pochi giorni solo a Roma sono nati 3 nuovi Meetup. Il rischio e che finiscano fuori controllo. «Ci stiamo organizzando - assicura Stefano Vignaroli, eletto alla Camera nel Lazio - sabato accoglieremo i nuovi iscritti. Ma la pressione è grande: lanceremo un appello ai cittadini perché il 15 marzo ci accompagnino a Montecitorio. Sarà un grande giorno, Sarà la festa di tutti». Vignaroli, uno dei leader del comitato contro la discarica di Malagrotta, ha già scelto il vestito (e la cravatta) che indosserà alla Camera. É un mixer video Rai. «Forse per questo qualche giornale ha già scritto che vorrei andare in commissione di Vigilanza. Assurdo».