ROMA La prima volta che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio lasciano i “loro” liberi di parlare ne nasce subito un qui pro quo. E a fraintendere è stata la stampa. «Il M5S non darà la fiducia a un governo tecnico, né lo ha mai detto» ha fatto sapere ieri Grillo dopo che nel pomeriggio di lunedì il neo eletto capogruppo alla Camera Vito Crimi, subissato dalle domande della prima conferenza stampa post meetup romano, aveva detto: «Un governo tecnico? Vediamo». I giornalisti hanno «interpretato», ha replicato Crimi smentendo l’apertura. Mentre Grillo, sull’unico mezzo di collegamento con la stampa italiana, il suo blog, ha scritto: «Non esistono governi tecnici in natura, ma solo governi politici sostenuti da maggioranze parlamentari. Il governo Monti è stato il governo più politico del dopoguerra, nessuno prima aveva mai messo in discussione l’articolo 18 a difesa dei lavoratori». Per Grillo «il presidente del Consiglio tecnico è un’enorme foglia di fico per non fare apparire le vere responsabilità di governo da parte di Pdl e Pdmenoelle». Gli unici con cui sono disposti ad allearsi i grillini, ha twittato poi il leader, sono «i movimenti e le associazioni». Una replica risentita è arrivata, via facebook, anche da Crimi, che rifiutando per i prossimi giorni di rispondere a domande dei giornalisti, ha scritto: «Non ho mai parlato di appoggio a governo tecnico, l’unica soluzione che proponiamo è un governo del Movimento 5 Stelle che attui subito e senza indugio i primi 20 punti del programma e a seguire tutto il resto». Per il neo capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi, «è partito l'assalto mediatico: prima c'erano solo Beppe Grillo e Casaleggio da distruggere, ora hanno me e Vito Crimi. Venghino signori». A lanciarsi nella proposta di un governo che metta d’accordo Pd e M5S è Michele Santoro che lancia una squadra ideale: il giurista Stefano Rodotà premier, poi Anna Maria Cancellieri, Gino Strada alla Sanità, Salvatore Settis, Fabio Mini, Laura Boldrini, Milena Gabanelli, Maurizio Landini, Carlo Petrini, Fabrizio Barca, Catia Batioli, Luigi Zingales, Piercamillo Davigo e Irene Tinagli. Intanto i grillini conquistano le simpatie dei politici di centrosinistra: Rosario Crocetta, presidente della Sicilia, si è dichiarato grillino e ha chiamato “pacchetto tsunami” la sua rivoluzione contenuta in sei ddl, tra cui taglio delle province, sussidio minimo per le famiglie, taglio delle indennità.