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Data: 08/03/2013
Testata giornalistica: Rassegna.it
Salari, dal 2007 persi 600 euro l'anno

L'indagine di Ires e Cer: per effetto del fisco nel 2007-2013 i single hanno perso 500 euro l'anno, le famiglie 600 euro. Redditi a picco in 6 anni. Camusso: "Detassare una mensilità prima dell'estate. Poi riforma fiscale"

Tra il 2007 e il 2013 i salari italiani sono progressivamente diminuiti, colpiti dagli effetti combinati dell'inflazione e del fisco. In questi anni i governi in carica hanno smesso di occuparsi di frenare il prelievo fiscale, così si sono determinati effetti gravi: l'aumento contributivo annuo è stato di 500 euro per il single, 600 euro per il contribuente coniugato. E' quanto emerge dal rapporto "La dinamica salariale tra inflazione, federalismo e fiscal drag", a cura del Cer (Centro Europa ricerche) e dell'Ires Cgil, presentato oggi (7 marzo) a Roma.

L'indagine si è concentrata sull'evoluzione dei salari nel periodo 2001-2013. In questo periodo c'è "un profilo temporale nettamente differenziato: in una prima fase (tra il 2001 e il 2007) la crescita ha sfiorato i cinque punti, mentre nella seconda (fra il 2007 e il 2013) risulterà negativa per oltre due". Lo ha illustrato Salvatore Tutino, del Centro Europa ricerche, spiegando che alla fine del 2013 i salari registreranno un aumento del 2,2% in termini reali rispetto all'inizio del millennio. Aumento - però - che non c'è nella realtà perché, se si considerano anche gli effetti del fisco, i salari mostrano una flessione di oltre l'1% nell'arco dei dodici anni.

Secondo il rapporto, inoltre, l'intreccio tra mancate correzioni e inasprimenti delle addizionali regionali e comunali ha triplicato gli aggravi sui contribuenti single, azzerando totalmente gli sgravi per i lavoratori sposati. In poco più di un decennio - dunque - la quota delle addizionali regionali e comunali, sul totale dell'imposta complessiva sui salari, è quasi triplicata: dal 4,2% all'11,2% per i single, dal 5,8% al 17,1% per i coniugati.

A colpire i salari è stato soprattutto il fiscal drag, ovvero l'aumento di carico fiscale per la combinazione tra progressività dell'imposta e inflazione. A fine 2013 questo "prelievo ingiustificato" supererà i 10 miliardi di euro. Nel periodo 2007-2013 è la prima causa di aumento del gettito Irpef, con ricadute annuali che nel 2009-2010 hanno superato i due miliardi, mentre secondo le stime nel 2013 li supereranno. Il fiscal e drag e l'evasione "concorrono a definire due facce della stessa medaglia - secondo l'Ires -, quella dell'iniqua distribuzione del prelievo. Da un lato chi versa al fisco più del dovuto, dall'altro chi paga meno o nulla per finanziare la spesa pubblica".

Detassare una mensilità per i lavoratori dipendenti prima dell'estate. E' la richiesta che il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha rivolto al governo intervenendo alla presentazione. "Occorre poi ripristinare la norma sul fiscal drag, che c'era fino al 1985, cioè la norma che rende ininfluente l'aumento dell'inflazione. Bisogna rendere esecutiva la norma sull'invarianza, ovvero l'equilibrio tra pressione fiscale nazionale e locale. Questi interventi - ha aggiunto - li può fare anche l'attuale governo in via ordinaria, perché sono norme che già ci sono e vanno solo fatte rispettare".

Al prossimo governo chiede una seria riforma fiscale. "Serve più equità e redistribuzione. Oggi la tassazione avviene solo sui redditi certi e visibili, non sui grandi patrimoni. Le tasse non possono essere sempre il combinato tra Irpef e Iva, bisogna spostare la tassazione su ciò che è meno tassato. Va evitata la perdita di ulteriore potere d'acquisto".

Inevitabile un passaggio sull'attuale incertezza politica. Camusso commenta la direzione del Pd del 6 marzo: "Ho sentito alcuni temi utili, altri sono assenti. Mi è sembrata una discussione troppo emergenziale dove - per esempio - non c'è ancora una politica industriale strutturale e di lungo periodo. Certo - conclude -, si comincia a intravedere una maggiore attenzione alle condizioni del lavoro".

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