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Data: 09/03/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Legge elettorale in Abruzzo , addio listino ipotesi 5% per lo sbarramento

Si tratta tra Pd e Pdl: polemiche sul voto disgiunto

PESCARA Soglia di sbarramento, quote rosa, voto disgiunto. E' su questi tre punti che si sta aggrovigliando il dibattito sulla nuova legge elettorale che martedì approderà in consiglio regionale in un clima di scontro. Solo dal Pd e dalla galassia dei partiti che ruota attorno al movimento di Ingroia sono attesi più di mille emendamenti per bloccare le proposte presentate nella commissione elettorale presieduta da Lorenzo Sospiri. La base di partenza è il disegno di legge del Pdl, illustrato dallo stesso Sospiri: «Una premessa. Oggi eleggiamo 45 consiglieri, di cui quattro nel cosiddetto listino, distribuiti fra i quattro collegi provinciali. Almeno il 30% devono essere donne. Con la modifica dello Statuto già attuata, si eleggono 29 consiglieri, più il presidente e quello che ha ottenuto il migliore risultato tra gli sconfitti. C’è un premio di maggioranza fino al 60% e sparirà il listino». Per Sospiri la sostanza è tutta qui: «Mi sembra un notevole risparmio, e gli assessori scendono da 10 a 6 con un solo esterno ammesso».
Resta però aperto lo scontro sulle soglie di sbarramento, con Pd e Pdl vicini ad un compromesso che non piace però affatto ai partiti minori, a rischio dissolvenza: sono Idv, Rifondazione, La Destra, Fratelli d'Italia, Fli, Udc e le probabili liste civiche. L'attuale legge prevede lo sbarramento al 3% per le coalizioni e nessun limite per i partiti che si presentano da soli. La proposto del Pdl chiede invece uno sbarramento del 4% per le coalizioni e del 2% per i singoli partiti. Il Pd alza invece ancora di più il tiro, come spiega il capogruppo in consiglio regionale, Camillo D'Alessandro: «La nostra proposta è di portare al 6% lo sbarramento per le coalizioni e al 4% per i partiti. E' inimmaginabile un consiglio regionale formato da dieci mini gruppi, dove due sole persone possono tenere in mano una intera Regione. Ma abbiamo già detto sì ad un emendamento del Pdl che porti al 5% lo sbarramento per la coalizione al 3% per i partiti». Il Pd è sul piede di guerra anche sulla questione del voto disgiunto, la possibilità cioè di votare contemporaneamente per un candidato presidente e per un partito non collegato alla sua coalizione al momento di esprimere le preferenze. La legge Sospiri nega questa evenienza, sulla quale sembra invece ci sia un'apertura da parte dello stesso governatore Gianni Chiodi. D'Alessandro è tassativo: «L'eliminazione del voto disgiunto tradisce una evidente paura da parte del Pdl, che sta tutta nel ritorno di Luciano D'Alfonso. Un tentativo disperato di farlo fuori».
Altra questione ancora aperta (con un dibattito che attraversa trasversalmente i due schieramenti) riguarda invece le quote rosa. L'attuale legge elettorale riserva almeno il 30% delle liste alle donne. C'è invece chi, come alcuni esponenti del Pd, fanno sapere proprio nel giorno della festa dell'8 marzo che è venuto il momento che anche l'Italia si adegui agli standard internazionali che impongono la presenza paritaria tra uomini e donne anche nelle cariche elettive. Tra le curiosità, infine, un emendamento di Riccardo Chiavaroli (Pdl) per l'inserimento del collegio unico regionale in sostituzione di quelli provinciali: «Ricordo che non veniamo eletti nei comuni, ma in tutta la regione».

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